Udine, 5 ottobre 2013. Nella graduatoria (pubblicata ieri, venerdì 4) dall’Università degli Studi di Udine, Anno accademico 2013/2014, Corsi di Laurea in Scienze motorie, accanto al nome di Lorenzo Bagnoli è riportata la dicitura: Ammesso. Per il campione di judo udinese, con 4 Titoli Assoluti e tre partecipazioni consecutive al World masters (riservato ai top 16 della classifica mondiale) scatta ora una corsa contro il tempo, perché entro mercoledì 9 ottobre dovrebbe presentare la documentazione che entro il 15 novembre andrebbe integrata con il certificato d’idoneità agonistica. Ma a Bagnoli è stato negato il 5 giugno scorso dalla Medicina dello Sport di Roma nell’ambito di quella stessa visita di tipo “olimpico” che superò a pieni voti nel 2009 per i Giochi del Mediterraneo a Pescara, dove peraltro vinse la medaglia di bronzo. A Bagnoli è stata riscontrata una variante coronarica assolutamente priva di casistica in Italia e quindi rilevata con diffidenza, ma che un centro specializzato a Houston, peraltro diretto da un italiano, riconosce ed interpreta così: “non dovrebbe essere di per sè una condizione di esclusione dallo sport, anche professionale”. Ma qui non si parla più di sport praticato ai massimi livelli, cosa che Lorenzo Bagnoli ha continuato a fare con chiaro successo fino alla famosa visita per Mersin 2013, bensì di accedere ad un corso di laurea in Scienze motorie. È un vero e proprio paradosso, perché se ci fossero ancora i test fisici per l’ammissione, Lorenzo Bagnoli li supererebbe certamente alla grande, ma questi sono stati eliminati proprio per non discriminare i candidati fisicamente meno dotati. A questo punto però, è Lorenzo ad essere discriminato negativamente per aver sostenuto una visita “olimpica” diversamente dai suoi colleghi più giovani, che presenteranno un certificato d’idoneità agonistica “normale”. La certificazione del parere favorevole di un luminare che ben conosce un’anomalia quasi inesistente in Italia dovrebbe, se non altro, permettere a Lorenzo Bagnoli di studiare per laurearsi in Scienze motorie. Un’ultima considerazione: con i tempi che corrono, non si dovrebbe trascurare il fatto che un ragazzo che ha onorato la maglia azzurra, che fa parte di un Gruppo Sportivo, che con i suoi 29 anni rappresenta l’eccellenza della nostra gioventù, di fronte ad una non idoneità agonistica (che potrebbe costituire una tragedia per chiunque e non è detto che non lo sia anche per lui), si batte per poter studiare, crescere, migliorare. Forse sogna anche di poter rendere migliore questa nostra società.
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