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Ezio Gamba che sollievo: “Fino all’ultimo ho temuto l’esclusione”

Udine, 24 luglio 2016. Un sospiro di sollievo e poi via, avanti a lavorare, per arrivare pronti alle Olimpiadi. E pensare che fino a poco fa, Rio sembrava sempre più lontana, quasi irraggiungibile per la Russia guidata da Ezio Gamba. Sono stati mesi difficili questi, anche per uno come lui, che sa vedere la soluzione anche quando la situazione appare irrisolvibile. “Questa volta” – ha confessato – “un po’ di stress l’ho sentito”. Dopo la sofferta decisione in Svizzera del Cio, che ha passato la palla alle federazioni internazionali, Ezio Gamba con l’intera squadra di judo della Russia si è sentito sollevato perché Marius Vizer, presidente IJF, si era già espresso in tal senso venerdì scorso con un comunicato ufficiale.
Ezio Gamba, cosa ti ha preoccupato in tutta questa vicenda?
“Facendo un ragionamento logico sembrava impossibile pensare che ci potessero escludere dalle Olimpiadi, almeno per quanto riguarda la squadra del judo, ma tutte le cose avvenute negli ultimi mesi sono state talmente contrarie alla logica che, fino all’ultimo, ho temuto seriamente”.
Cos’è che ti ha inquietato particolarmente?
“Considerato che l’informativa sul Meldonium è stata trasmessa alle federazioni il 30 settembre (2015) senza che si sapesse quale sia il tempo di smaltimento (in tal senso esistono solo ricerche sugli animali del 1976), viene da chiedersi con quale criterio si è stabilita la data del 1° gennaio per definirlo doping? Inoltre, se ancora non si conosce l’esito dei test effettuati, se sono nella norma o meno, come puoi divulgare un informazione di colpevolezza e quindi i nomi degli atleti, come caso di doping? I nostri atleti sono stati criminalizzati sui giornali di tutto il mondo, per apprendere una settimana fa che i valori espressi dai test sono 930 volte inferiori al limite considerato lecito dalla Wada. Cambio argomento e dico, come da prassi informiamo la Wada che gli atleti partecipano ad un collegiale in Spagna dall’1 al 7 luglio, e poi sarebbero partiti per un torneo a Bratislava. Perché il controllo è stato effettuato l’8 mattina?”.
Effettivamente si tratta di episodi inquietanti, con i quali può sembrare arduo costruire tesi finalizzate a dimostrare un doping di Stato. Inoltre l’impegno dell’IJF nella lotta al doping non è trascurabile ed è ben chiaro da queste cifre: l’84% dei 389 atleti di 136 paesi che saranno in gara a Rio sono stati testati nei mesi scorsi, il 34,5 in gara ed il 65,5% fuori gara. Il 63% dei controlli in gara ed il 56% dei test fuori gara sono stati effettuati direttamente da IJF, i rimanenti dalle organizzazioni continentali e nazionali. Il processo di testing IJF sarà completato questa settimana, per disporre di tutti i risultati prima dei Giochi, ad eccezione di alcuni atleti da piccoli stati e isole che non hanno seguito nell’ultimo periodo gli eventi IJF. Dopo il 24 luglio, data di apertura del villaggio olimpico, gli atleti passano sotto la custodia del IOC.

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