Udine, 13 agosto 2016. Tutti su! C’è posto per tutti sul carro dei vincitori. E non può essere diversamente. Perché il risultato ottenuto a Rio da Fabio, Odette e Matteo lo hanno sognato in tanti, forse tutti. Perché è sempre così, ad ogni Olimpiade, Mondiale, Europeo, ma anche ad ogni torneo cui i nostri atleti gareggiano. Ed è proprio questa la ragione che accende la maggior parte delle dispute fra chi sostiene uno piuttosto che l’altro, fra chi dice allarghiamo e chi risponde risparmiamo. Ma alzi la mano chi avrebbe scommesso che sarebbe finita così? Chi immaginava che l’Italia avrebbe concluso l’Olimpiade a Rio al quarto posto nel medagliere del judo? Qualche pazzo lo si trova sempre, direte voi, ma uno di questi è proprio Fabio Basile, che continuava a ripetere “voglio Rio” anche quando il suo nome nemmeno compariva nella world ranking list (non molto tempo fa) e dopo aver strappato la qualificazione con quella meravigliosa irruenza che hanno sfoderato anche Elios Manzi e Matteo Marconcini, ha cambiato il ritornello: “a Rio vinco”. E ha vinto alla grandissima! Non credo di esagerare dicendo che, assieme a Shohei Ono, è stato il migliore. Ma cosa dice Fabio Basile? “Che dire… I sogni nel cassetto non devono rimanere nel cassetto, per arrivare a questo punto ho sofferto e sacrificato tanto… E quando ho vinto l’ultimo incontro ho sentito una sensazione che ha superato l’emozione… indescrivibile… il cuore scoppiava, sudore freddo… il pianto dei miei amici…. mi è passata davanti una vita”. Da condividere con chi? “Esercito, famiglia, Akiyama Settimo. E Sofia”. Ed il progetto Rio 2016, la Fijlkam? “Sì… ma i primi 3 anni non è stato rispettato. L’ultimo anno ho avuto la possibilità e l’ho colta al volo. Mi sono trovato benissimo con tutti i coach, Bruyere, Murakami, Meloni, Ciccio e Dario, sono stati super! Hanno lavorato con me in questo ultimo anno in modo speciale”. Tutti su sul carro dunque, per festeggiare giustamente Fabio, Odette e Matteo, con l’obbligo di recepire la lezione cristallina che hanno impartito (dateci la possibilità e vi faremo divertire) e godere di questo magico momento in cui i riflettori sono puntati sulla nostra amatissima disciplina. Ma lasciamo che in prima fila ci stia chi ha lottato (anche aspramente), chi ha sacrificato (anche il posto) per arrivare ad un risultato che oggi riempie di gioia tutti. E si cavalchi l’onda dell’entusiasmo, doverosamente tutti insieme con forza ed orgoglio, ma per crescere ancora e migliorare tutti. Non è questo il momento dei protagonismi, delle appropriazioni indebite e degli opportunismi. Gli Assoluti in gennaio vanno bene, ma gli atleti meritevoli già li conosciamo e vanno coinvolti sempre, non com’è stato fatto (in extremis) con Fabio, Elios, Matteo. E si riconosca serenamente il merito a chi ha “sempre” lavorato affinchè andasse a finire proprio così.
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