ATTIMIS «Per espandersi, sia a livello internazionale che nazionale, secondo me l’atletica dovrebbe valorizzare le singole gare, la gara come avvincente in sé, non il record, sempre questo riferimento al record che è un po’ un’ossessione». E ancora: «L’atletica per essere rilanciata ha bisogno dell’aiuto da parte del resto della società. Con questi bambini sedentari, è più difficile trovare soggetti adatti all’atletica, con l’orario prolungato della scuola elementare, fai uscire i bambini alle quattro, quattro e mezza di sera, d’inverno, come si fa a fare atletica? Quindi c’è bisogno anche di aiuto politico, da parte delle istituzioni, per favorire la pratica dell’atletica che è uno sport indispensabile per un paese civile». Queste sono solo alcune delle riflessioni offerteci da Alessandro Donati a margine dell’incontro “Doping, lo sport malato”, tenutosi ieri ad Attimis, con un vasto pubblico, con lo scopo di informare la cittadinanza sul tema. Donati non si è risparmiato nel suo intervento, portando diverse sue esperienze e in particolare quella, recente, come allenatore di Alex Schwazer. «Sento il peso dell’ingiustizia – ha detto Donati – questo è un atleta che aveva completamente cambiato la sua vita». «Semplicemente – ha continuato – è stato allenato in maniera adeguata al suo talento. Il resto l’ha fatto il suo talento, un talento enorme e quindi è chiaro che io sento il peso dell’ingiustizia che è stata commessa nei confronti di questo ragazzo». Accanto a considerazioni che non nascondono le difficoltà dell’oggi, Donati ha lanciato però anche alcuni messaggi positivi per il futuro, sostenendo che il peggio, i periodi più bui per quanto riguarda il doping, li abbiamo alle spalle. La stessa testimonianza dell’allenatore, che ha riferito di faticare a tenere dietro alla gran mole di richieste di suoi interventi in occasioni pubbliche, è prova, come ha rimarcato Donati, che c’è un numero crescente di persone che sono preoccupate e che prendono posizione. Oltre a Sandro Donati, che da oltre trent’anni porta avanti la sua battaglia contro il doping, sono intervenuti all’incontro anche il professor Luca Grion, docente di filosofia morale all’università degli studi di Udine e presidente dell’istituto Jacques Maritain, il sindaco di Attimis, Sandro Rocco, che ha rimarcato l’importanza di agire nelle famiglie per dare l’esempio ai ragazzi, nonché la farmacista Sara Moneghini, che ha trattato il tema doping dal punto di vista farmacologico e psicologico. Tra i temi trattati da Grion, l’importanza di avere degli adulti di riferimento credibili e quello di imparare ad apprezzare la fatica, nonché l’avere un rapporto sano con la vittoria. «La libertà dello sport – ha rimarcato – non è libertà dalle regole ma nelle regole».
Barbara Cimbaro
Messaggero Veneto di domenica 12 marzo 2017