Lettere alla Gazzetta: questo è lo sport

Cara Gazzetta, siamo Silvia e Riccardo, genitori di Tommaso di 5 anni, e desideriamo raccontare a tutti i tuoi lettori un bella storia di sport, in particolare di calcio, e di come questo possa far sognare e sperare nella difficoltà. Nostro figlio Tommaso lo scorso mese di ottobre ha iniziato a frequentare la Scuola Calcio Inter a Milano, presso l’Accademia Internazionale. Nel mese di febbraio Tommaso ha iniziato a stare male: in poche ore a un bambino fin lì in piena salute è stato diagnosticato un grosso tumore al cervello. Ha subito vari interventi chirurgici e una complessa degenza in ospedale.
Come spesso si dice, è proprio nelle situazione difficili che comprendi a fondo chi ti sta attorno. E una delle sorprese più grandi per noi è stato conoscere davvero l’Inter e la sua Scuola Calcio. Andrea Pinamonti, assieme ai responsabili delle Scuole Calcio, è venuto a trovare Tommaso in reparto e a portargli il più grande incoraggiamento che un piccolo bimbo pieno di passione calcistica possa anche solo sognare. Nelle settimane si sono alternati nelle visite in ospedale i suoi allenatori della Scuola Calcio, con un affetto e una dolcezza travolgenti e inaspettate. Le partite in tv, le figurine dell’album dei calciatori, le visite dei suoi mister, sono stati per Tommaso i motori che l’hanno fatto sorridere di nuovo e tirare fuori la grinta per superare un momento durissimo. Anche i medici sono rimasti colpiti dalla gioia che il calcio significava per il loro paziente, tanto da permettergli di entrare in sala operatoria e di essere addormentato con indosso la divisa della sua squadra.
Tommaso ora sta molto meglio, e anche se la strada per tornare alla normalità è ancora piena di incognite è potuto tornare al fianco dei suoi compagni di squadra nel ruolo di aiutante dei mister (affettuosamente ribattezzato «Il Misterino»), riassaporando dopo tanti mesi la sensazione di normalità e di fiducia nel futuro. Noi genitori, profani del calcio, abbiamo conosciuto un lato straordinario di questo sport, di cui non si parla quasi mai. A cominciare dall’insegnamento profondo di cosa significhi essere una squadra, dalla solidarietà sincera, commossa e profonda che ha dimostrato la Società nei confronti di nostro figlio. Crediamo sia bello raccontare il calcio fuori dallo stadio, delle tante persone straordinarie che ci lavorano, e di come abbiano reso migliore la vita di un bambino nella sfida più difficile della sua vita.
Silvia e Riccardo
La risposta di Franco Arturi. Cari genitori, comunicate a «Misterino», se ancora non ha imparato a leggere, che qualche milione di amici della Gazzetta stanno venendo a conoscenza della sua vicenda e in automatico divengono suoi tifosi personali. Sarà orgoglioso di sapere che nemmeno Mauro Icardi può vantare tanti supporter. Ci piacerebbe essere informati del momento del suo «rientro agonistico». Il vostro racconto, al di là dei toccanti contenuti umani, ci ricorda quanto sia stupido, e anche odioso, schiacciare il calcio dentro una cornice di violenza, antisportività, inciviltà, affarismo sfrenato: certo, ci sono anche questi fenomeni, ma si tratta di aberrazioni. Il calcio vero è quello che sta conoscendo Tommaso, quello che giocano quasi un milioni di atleti nel nostro Paese, per nient’altro che la gioia di praticarlo. Magari al gelo di una serata di gennaio o sotto il sole a picco dell’estate. Senza pubblico e divise scintillanti, ma con dedizione totale e voglia di stare insieme. Mi ha sempre infastidito lo snobismo di molti sportivi dell’«altra sponda» che confondono le devianze del mondo del pallone con la sua vera anima. Che è buona come voi. Forza: per tutta la famiglia un giro in Gazzetta è assicurato.
Da La Gazzetta dello Sport di mercoledì 7 giugno 2017

La pagina precedente della Gazzetta ricorda Giuliano Sarti, grande portiere degli anni ’60. L’immagine di Giacinto Facchetti che consola Sarti subito dopo la ‘papera’ che costò lo Scudetto, rappresenta lo sport vero, sincero, umano. Lo stesso della storia di ‘Misterino’ Tommaso.

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