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Otto atleti del Dlf Yama Arashi a Porec, un’opportunità imperdibile

Porec, 13 giugno 2017. Sono pronti in otto e, da domani saranno anche loro a Porec per il Judo Festival, dove da qualche giorno è iniziato lo stage degli U16 e l’Olympic Training Camp (OTC). Si tratta di Sofia Cittaro, Laura Scano, Leonardo Zomero, Diego Mortal, Leonardo Di Marco, Francesco Cargnelutti, Lorenzo Coceancigh e Nicola Mortal, sono loro gli atleti che dopo che l’invito è stato esteso a tutti, hanno voluto cogliere questa opportunità. A Porec potranno trovare anche i campioni olimpici Arsen Galstyan e Tagir Khaibulaev che si stanno dedicando anche agli U16 ed a loro abbiamo fatto qualche domanda.
Com’eri tu da bambino? Arsen Galstyan: “Pensavo soltanto al judo. Ogni week-end in gara ed il mio solo obiettivo era vincere. Al tempo si gareggiava moltissimo all’interno della Russia e questo, ha reso ancora più ambito il momento in cui si sarebbe stati in grado di andare all’estero per gareggiare”. Tagir Khaybulaev: “Quando ero un ragazzino, c’era la cultura di fare non solo judo ma qualsiasi tipo di sport, la maggior parte dei quali erano sport di squadra. Credo che sarebbe interessante fare anche quì qualcosa di simile”.
Avresti mai immaginato che saresti diventato campione olimpico? Arsen Galstyan: “Sì, assolutamente! Era il mio sogno fin dalla più tenera età”. Tagir Khaybulaev: “In Russia, ogni bambino sogna di diventare astronauta, ma ogni judoka sogna di diventare campione olimpico. Ricordo che allora pensavo che sarebbe stato impossibile e sarebbe rimasto soltanto un sogno, ma oggi posso dire che anche l’impossibile può diventare realtà”.
Quante motivazioni possono cogliere i giovani allenandosi con voi sul tatami? Arsen Galstyan: “Credo che allenarsi con i campioni susciti grandi motivazioni. Detto questo però, dev’essere chiaro che nulla può sostituire l’intensità dell’allenamento. Se lavori duramente puoi diventare forte, poi se ti alleni con qualcuno che diventa campione olimpico comincerai a crederci ancora di più, capisci che è possibile, ma allenarsi con i campioni non è sufficiente. Si deve lavorare sodo”. Tagir Khaybulaev: “Quando avevo questa età non era normale allenarsi sullo stesso tatami con i campioni olimpici. Era come sognare di diventare astronauta… era un’opportunità che praticamente non esisteva. E come ho già detto, anche diventare campione olimpico era soltanto un grande sogno, almeno fino a quando è arrivato Ezio Gamba, ci ha aperto gli occhi, ci ha fatto capire che per vincere l’oro olimpico non è necessario essere degli alieni, ma esseri umani normali che, naturalmente, lavorano duro e con fede”.
Qual è stato il vostro eroe dell’infanzia? Arsen Galstyan: “Tadahiro Nomura”. Tagir Khaybulaev: “Per me è stato il lottatore Aleksandr Karelin”. Cosa ti senti di dire alle giovani generazioni? Arsen Galstyan: “Niente è impossibile! Tutto è nelle vostre mani, dovete lavorare sodo e credere di realizzare il vostro sogno”. Tagir Khaybulaev: “La carriera sportiva è davvero breve, ma i giovani non ci devono pensare, devono impegnarsi come se il tempo si fermasse e la carriera fosse infinita. È importante che il focus del sogno rimanga sempre acceso. Non si può coltivare un sogno dedicandogli un allenamento alla settimana e poi dare attenzione a qualcos’altro. Devi essere sempre concentrato sui tuoi obiettivi e poi deve essere in grado di spingerti anche oltre i limiti”. 

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