Un’intuizione nata per caso su un campo da rugby, un dato che non tornava e che meritava di essere approfondito con occhio scientifico. Davide Pavan, laureando in Scienze Motorie a Padova e pilone del Rubano (serie C), non avrebbe mai immaginato che dal suo amore per l’ovale sarebbero nati prima una tesi sul placcaggio ideale, poi un brevetto e infine una spin-off che può rivoluzionare la gestione dei rischi d’infortunio al legamento crociato anteriore.
IL «CASO 6» Premessa: oggi valutare se un legamento è «recuperato» dopo un infortunio, o se lo stesso legamento — pur non ancora lesionato — è a rischio, è molto difficile. Trovare il modo per misurare questo rischio eviterebbe micidiali ricadute. Per questo motivo, dietro a questa storia c’è il lavoro di squadra portato avanti da diverse anime dell’Università di Padova: Pavan col suo relatore Giorgio Sbrocco, Zimi Sawacha — coordinatrice del laboratorio di Bioingegneria del Movimento (Dei) — le ricercatrici Fabiola Spolaor e Annamaria Guiotto e la studentessa di ingegneria Federica Cibin hanno lavorato per mesi, sul campo e al computer, mettendo in comune intuizioni precedenti, rilevazioni e approfondimenti. Sono stati analizzati oltre 80 placcaggi durante gli allenamenti del Cus Padova, grazie a un modello già usato dal Dei, con telecamere e sensori nelle calzature per la rilevazione delle pressioni: all’inizio si voleva solo ricostruire il modello biomeccanico del placcaggio, capire cioè qual è il movimento più efficace. Nelle analisi, però, è emerso un caso limite, il numero 6. I dati erano sballati e i sensori dimostravano che, nel placcaggio, il ginocchio era più interno. Si sarebbe scoperto che quell’atleta era stato operato al crociato anteriore. Un indizio non fa una prova, ma due sì: nei mesi successivi il modello sarebbe stato applicato anche ai rugbisti del Benetton. E in questo gruppo è emerso un nuovo caso limite, con le stesse caratteristiche del “numero 6”. L’atleta non solo era stato operato al crociato, ma nei giorni successivi si sarebbe fatto di nuovo male.
ALGORITMO E così è venuta l’idea. Sulla base dei valori anomali emersi nel Cus Padova e nel Benetton, si può costruire un modello matematico che dia una percentuale al rischio? Così è stato perfezionato l’algoritmo che sta alla base del brevetto. «Acl Quick check» (Acl è la sigla inglese che indica il legamento crociato anteriore) si può usare in qualsiasi sport che preveda un «carico» sul ginocchio. Reyer Venezia basket e calcio Padova si sono fatte avanti per testare i propri atleti, ma la formula incuriosisce anche le la medicina e le assicurazioni, che potrebbero parametrare il rischio di infortuni. A luglio, Pavan e Sawacha hanno presentato il brevetto al congresso mondiale delle società di biomeccanica che si è tenuto a Brisbane; a settembre ci sarà il lancio commerciale del modello tramite una spin-off dell’Università di Padova. L’evento si terrà il 23 settembre ai campi del Cus Padova, dove tutto è nato da un placcaggio strano.
Simone Battaggia, La Gazzetta dello Sport (venerdì, 11 agosto 2017)
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