La potenza dello sport paralimpico e delle storie che ci girano intorno. Si parte da qui. Perché conoscere permette di capire e gli atleti rappresentano la cultura che elimina il «dis», prefisso reperto del passato, e mostra le abilità. E’ il senso di una giornata vissuta fra i treni a illustrare un progetto che serva a «contagiare positivamente la società e tanti ragazzi e ragazze con disabilità»: l’idea di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico, è diventata realtà alla Stazione Centrale di Milano. Ecco gli Ambasciatori paralimpici, 50 campioni pronti a raccontare e raccontarsi in scuole, ospedali, unità spinali, centri di riabilitazione, oratori, associazioni e aziende, insomma ovunque potranno mostrare, attraverso la loro esperienza, l’importanza e le opportunità dell’attività sportiva per chi ha disabilità.
TRENO Pancalli usa una definizione che colpisce per far comprendere il cambiamento che può arrivare: «Sarà uno tsunami positivo». La stazione ferroviaria come crocevia di vite e storie che si intrecciano. Quella di Milano è stato dunque il palcoscenico migliore per la presentazione del Team Ambasciatori, come ha sottolineato il ministro per lo Sport, Luca Lotti: «Il posto ideale per spingere ancora più avanti questo treno e l’attenzione allo sport paralimpico, che porta un messaggio più culturale che sportivo. È il valore aggiunto. Lavorerò per questo e tutto il Governo è impegnato in questa direzione. Lo sport paralimpico porta un messaggio-esempio, fa guardare al futuro in maniera diversa». Curiosità, applausi di pendolari e turisti, per i selfie e le foto dei campioni. Il giusto orgoglio di Pancalli: «Raccogliamo il frutto di un lavoro iniziato molto tempo fa e che tanti atleti già portavano avanti da soli. Il messaggio principale è promuovere i valori del nostro mondo, soprattutto in tanti ragazzi e ragazze con disabilità che così potranno seguire un esempio sportivo e di vita». Ad applaudire anche Antonio Rossi, oggi assessore allo sport in Lombardia, ieri olimpionico.
SQUADRA Fra gli oltre trenta atleti ambasciatori presenti a Milano c’erano Bebe Vio («Una grande squadra che sia punto di riferimento: da soli non si è nulla») e Alessio Sarri per la scherma, le sprinter Nicole Orlando, ammirata e citata dal Presidente della Repubblica Mattarella, Martina Caironi con Monica Contrafatto e Oxana Corso; gli handbiker ori mondiali Francesca Porcellato, Luca Mazzone, Paolo Cecchetto e Vittorio Podestà; i cestisti Giulio Maria Papi e Chiara Coltri; il discobolo ballerino Oney Tapia e la amazzone Sara Morganti. E c’era un ambasciatore fra gli ambasciatori: Pancalli ha scelto Alex Zanardi quale capitano di un gruppo di eccellenze. E lui è partito con l’arma dell’ironia: «Credo di essere tagliato per il ruolo che mi è stato affidato, perdonatemi la battuta. Amo lo sport e mi fa onore la possibilità che mi è stata data, un privilegio. Io e tutti gli altri atleti possiamo essere un punto di riferimento interessante per chi magari crede che la vita dopo un determinato episodio non possa offrire altro».
SOSTEGNO L’evento è stato organizzato con il sostegno di Ferrovie dello Stato e di Grandi Stazioni Retail e con il contributo dei partner Cip (Eni, Inail, Mediobanca, Fondazione Terzo Pilastro, Rai e Toyota). Il simbolo del primo «contagio» degli Ambasciatori parte proprio da treni e stazioni, come ha sottolineato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie (presente con Claudia Cattani, presidente di Rete Ferroviaria Italiana, e Orazio Iacono, amministratore delegato Trenitalia): «Vogliamo arrivare a far sì che tutti, indistintamente, possano prendere il treno. Gli investimenti nascono pure dal confronto con le associazioni, per capire sempre meglio le esigenze. Ci saranno 500 nuovi treni accessibili che cominceranno a circolare dalla primavera del 2019».
Claudio Arrigoni (La Gazzetta dello Sport di giovedì 21 settembre 2017)
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