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A San Pietroburgo un Masters importante sul piano tecnico e strategico

Udine, 14 dicembre 2017. St. Petersburg in Russia ospita sabato e domenica il World Masters 2017, appuntamento speciale del World Judo Tour che, con i suoi 1800 punti per il primo posto, vale quanto 18 vittorie in Open, quasi 3 vittorie in Grand Prix o campionati d’Europa, poco meno di due vittorie in Grand Slam. Ma il Masters è speciale anche perché gli atleti sono ammessi alla gara solo attraverso la classifica mondiale, o sei nei primi sedici oppure entri se ci sono delle rinunce, ma sempre seguendo l’ordine di merito. Quattordici categorie di peso, sedici atleti per categoria, fa un totale di 224 atleti ammessi, saranno in gara 216 (46 nazioni rappresentate) e fra le rinunce c’è anche quella dell’Italia, che di atleti ammessi ne aveva tre, Edwige Gwend e gli infortunati Odette Giuffrida, Matteo Marconcini.
Ma quanto conta una gara così in questo specifico momento del quadriennio, a sei mesi dall’inizio della corsa ufficiale per la qualificazione a Tokio 2020?
“Dal punto di vista tecnico e strategico è una gara importante – ha detto Ezio Gamba, in partenza per St. Petersburg – definisce il quadro della condizione generale delle squadre ed offre agli atleti l’opportunità di scalare la classifica con pochi incontri e quindi piazzarsi nelle prime 8 posizioni del ranking, condizione favorevole per i sorteggi delle gare a venire. Per quanto mi riguarda è un appuntamento importante, non a caso ho accolto favorevolmente la candidatura di quest’edizione a San Pietroburgo”.
Ciononostante si possono riscontrare diverse defezioni, come le interpreti?
“Le defezioni sono legittime, il calendario è lungo e gli impegni sono onerosi, Europei, Mondiali, Grand Slam, Grand Prix e poi Golden League, oltre tutto il resto. In ogni caso per quelli che sono sempre in condizione, quelli che lavorano trecento giorni l’anno, può essere un altro tassello che, come dicevo, renderà più agevole il percorso futuro”.
Come vanno le cose con la Russia, com’è la condizione della tua squadra?
“A San Pietroburgo, con 27 atleti in gara, saremo la nazione più rappresentata, tenendo conto che altri 6 non sono stati iscritti causa infortuni (Mogushkov, Kutznetzova, Persiskaya, Zabludina, Gurchev, Oguzov) e che Mudranov, dopo l’oro a Rio si è infortunato, non ha gareggiato e quindi non rientra nei top 16. Saremmo potuti essere in 34, la salute del gruppo non è in discussione”.
Come andrà a finire questo Masters?
“Meglio non fare pronostici, anche perché non è importante vincere a San Pietroburgo, ma alle prossime Olimpiadi. Questa gara è importante per consolidare le posizioni per l’inizio del periodo di qualificazione, dopo tutto sarà più semplice”.

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