Paolino Pulici, grandissimo attaccante del Torino dell’ultimo scudetto, 1975-76, ha un suo adagio: «Vorrei sempre allenare squadre di orfani». Puliciclone ora insegna calcio ai ragazzi della Tritium, di Trezzo d’Adda: la sua frase è forte, ma coi tempacci che corrono nemmeno tanto pulp. Il mitico bomber granata va ancora a segno: prende di mira i genitori, troppo spesso colpevoli di vergognose scenate sia contro i sostenitori avversari, sia contro chi gioca e fischia in campo. A volte i giovani le combinano grosse, ma certi papà… Sentite.
Domenica scorsa è divampata una
accesissima discussione tra dirigenti alla fine di Junior Tiferno-Bastia, gara di Giovanissimi regionali allo stadio di Monterchi (Arezzo). Il papà di un giocatore della squadra ospite si è avventato contro l’arbitro, R.B., una ragazza di 17 anni della sezione di Città di Castello, figlia d’arte. Vicino all’ingresso dello spogliatoio, l’uomo era fuori di sé: ha sferrato un violento calcio alla porta, che ha colpito all’anca la direttrice di gara, quindi finita per terra. Lo scalmanato è stato fermato dai dirigenti delle squadre, anche per evitare che continui lo scempio. Paura, choc: R.B., accompagnata dal padre, è andata al pronto soccorso accompagnata dal babbo ex arbitro, è stata dimessa con 10 giorni di prognosi. L’aggressore ha anche tentato di dileguarsi dopo la sconsiderata piazzata, è stato denunciato dall’arbitro, rintracciato dai
carabinieri. La scintilla sarebbe un’ammonizione invertita per errore, un episodio oseremmo definire di routine, che invece ha scatenato i peggiori istinti di un padre. Che però non è un isolato imbecille al centro di una piccola storia ignobile, ma purtroppo, basta spulciare referti e cronache di ogni domenica, è in nutrita compagnia.
Rischiamo di passare per tromboni quando ricordiamo l’ovvio: perché prendersela con gli arbitri, che cosa passa nella testa di uno che picchia una ragazza, sia che diriga in campo o faccia qualsiasi altra cosa? La reazione da belve per una banale ammonizione è vicina parente dello sfregio con il coltello all’insegnante dello studente che non accetta la nota. E allora teniamo sempre alta la guardia, se vogliamo una società degna di tal nome. A proposito di società, fossimo il club del ragazzo ammonito, ne squalificheremmo a vita lo sconsiderato padre, senza aspettare sentenze di tribunali. E lasciando in pace gli orfani di Pulici.
di Andrea Masala, La Gazzetta dello Sport – Mercoledì, 7 febbraio 2018
Le fotografie sono di Armando Dadi