Simone, super-donna più forte di tutto

Chi ha provato almeno una volta nella vita un attacco di coliche renali sa cosa significa. Se poi sei un’atleta – anzi la regina incontrastata della ginnastica all’inseguimento dei record che possono cambiare la storia dello sport – presentarsi a un pronto soccorso di Doha con forti dolori addominali alla vigilia dei Mondiali, oltre allo sforzo fisico, ti procura anche una fitta nel morale.
Ma stiamo parlando di Simone Biles, una texana di 21 anni che le ha viste veramente tutte nella vita, anche negli ospedali, dove i ginnasti sono di casa. Appurato che si trattava di colica renale ha girato i tacchi, o meglio le scarpette, ed è tornata all’Aspire Dom imbottita di antidolorifici per inseguire i suoi record. Già nella qualificazione della gara a squadre di domenica scorsa Simone ha fatto rimbalzare in pedana i suoi 143 centimetri di altezza per la presentazione ufficiale del nuovo salto al volteggio. Qualcosa ai limiti dell’impossibile, mai realizzato da una donna, composto da rondata, mezzo avvitamento e salto mortale avanti teso con doppio avvitamento. D’ora in poi il salto per chiunque lo proverà si chiamerà semplicemente The Biles. Massimo motivo di orgoglio per un atleta come, per esempio, era capitato in passato al nostro olimpionico della sbarra Igor Cassina.
Ma ovviamente per la regina di Rio è stato solo l’inizio di una cavalcata vincente che ha cancellato giorno dopo giorno tutti i record della ginnastica: prima il titolo a squadre con otto punti di vantaggio sulle russe e poi il quarto titolo mondiale all-around dopo Anversa 2013, Nanning 2014 e Glasgow 2015. Quindi prima americana a vincere la medaglia in più di quattro eventi. Infine venerdì scorso, proprio col titolo del volteggio, il traguardo più ambito: il 13° oro mondiale che l’ha fatta diventare la più titolata rappresentante della ginnastica della storia superando il bielorusso Vitaly Sherbo che si era «fermato» a 12 fra il ‘93 e il ’96.
Ma nella ginnastica mondiale, dove la concorrenza è feroce e le imperfezioni sono inevitabili, non si può vincere tutto. Così dopo l’argento alle parallele di venerdì, ieri uno sbilanciamento e la perdita di un collegamento ha relegato Simone al terzo posto nella trave, dove era stata bronzo anche a Rio. E nonostante il 14° oro iridato in carriera con un esercizio stratosferico al corpo libero, la Biles ha così fallito il pokerissimo d’oro realizzato nel ’58 dalla leggendaria sovietica Larisa Latynina quando era addirittura incinta. I Mondiali di Doha, salutati da un imprevedibile «appassionato» come il vicepremier Matteo Salvini, hanno fatto da spartiacque fra due generazioni azzurre: il futuro, guidato dal 26enne bronzo iridato agli anelli Marco Lodadio e dalla 15enne pluriolimpionica giovanile Giorgia Villa, si annuncia particolarmente luminoso.
Fausto Narducci (La Gazzetta Sportiva, 4 novembre 2018)

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