Siamo con te, ma la strada giusta è quella della trattativa con il Governo. Il conclave dei presidenti federali si conclude nel segno della «compattezza», la parola più usata alla fine in diversi commenti, intorno a Giovanni Malagò. Ma all’insegna del realismo e della coscienza che la famosa riforma del sistema sportivo inserita nella legge di bilancio resterà in piedi nelle sue parti essenziali. D’altronde anche ieri, nell’ennesimo confronto, ormai non si contano più, di Malagò con i sottosegretari Giancarlo Giorgetti (che ha la vigilanza sullo sport) e Simone Valente, questo dato è emerso ancora in maniera categorica.
APERTURE VARIE Stavolta, però, a Palazzo Chigi le modifiche sono state codificate. Sulla «cassa» che eroga i soldi alle federazioni, la partita sembra chiusa e il Governo non ha nessuna intenzione di riaprirla. Alcune possibili aggiustamenti potrebbero riguardare invece la «condivisione» Coni-Governo dei criteri dei finanziamenti. Soltanto, però, sulle federazioni olimpiche e una parte delle «non olimpiche», magari quelle che potrebbero entrare ai Giochi. Il resto verrebbe finanziato dalla nuova società Sport e salute, erede della Coni Servizi ma con un «oggetto sociale» più esteso, in direzione dello sport per tutti. Un’apertura ci sarebbe stata anche sulla condivisione di alcune nomine, ruoli apicali compresi. Forse il passaggio più delicato, quello che comunque crea un legame fra il Coni e Sport e Salute, non certo al livello di quello attuale con Coni Servizi, «braccio operativo» a tutti gli effetti del Coni, ma piuttosto significativo. Insomma, delle scelte in qualche modo concertate, con meccanismi che però non sono stati ancora del tutto definiti.
AMAREZZA Ma davanti ai presidenti Malagò non ha nascosto di non aver apprezzato metodo e merito della riforma, confessando tutta la sua amarezza per quella che continua a ritenere un’invasione di campo di cui non c’era alcun bisogno, e mettendo sul piatto anche la possibilità di non ricandidarsi dopo Tokyo 2020. Quanto ai dettagli tecnici della «trattativa», dopo le tre ore di dibattito «informale» – oggi invece ci saranno giunta e consiglio nazionale ufficiali – il presidente del Coni ha parlato di «unità di intenti per «salvaguardare la casa del Coni», ma pure di «toni propositivi» del dialogo con Palazzo Chigi, e di «aspetti nella norma che non possono esistere per ragioni tecniche e vanno dunque declinati in modo diverso».
DIALOGO Oggi il consiglio nazionale dovrebbe formalizzare il «mandato» a trattare. Sicuramente Malagò ha guadagnato qualche giorno perché è stato già fissato un nuovo incontro a Palazzo Chigi per la prossima settimana. Come previsto, è venuto dalle federazioni più grandi un invito più pressante al dialogo. Fra queste anche il nuoto di Paolo Barelli, oppositore di Malagò della prima ora, che però il presidente del Coni ha citato come «autore di un intervento che non ti aspetti» a sostegno dell’autonomia di Coni e Federazioni. «In ogni caso – dice il presidente della Fin – Se il governo ha preso questo indirizzo credo che vada fino in fondo». C’è stato anche chi ha fatto notare che la riforma non è nata all’improvviso: «C’era tutto nel contratto di governo Lega-5 Stelle, non possiamo sorprenderci».
VELOCITA’ Intanto oggi alle 16 scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla Camera. Il Governo, però, avrà comunque la possibilità di proporre modifiche anche nei prossimi giorni. Ma i tempi sono sempre più ristretti, Giorgetti aveva fissato per fine novembre una sorta di traguardo finale per la costruzione del testo. Insomma, la sensazione è che la trattativa abbia davvero i giorni contati.
Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport (Giovedì, 15 novembre 2018)
LA NOVITA’
APERTURE VARIE Stavolta, però, a Palazzo Chigi le modifiche sono state codificate. Sulla «cassa» che eroga i soldi alle federazioni, la partita sembra chiusa e il Governo non ha nessuna intenzione di riaprirla. Alcune possibili aggiustamenti potrebbero riguardare invece la «condivisione» Coni-Governo dei criteri dei finanziamenti. Soltanto, però, sulle federazioni olimpiche e una parte delle «non olimpiche», magari quelle che potrebbero entrare ai Giochi. Il resto verrebbe finanziato dalla nuova società Sport e salute, erede della Coni Servizi ma con un «oggetto sociale» più esteso, in direzione dello sport per tutti. Un’apertura ci sarebbe stata anche sulla condivisione di alcune nomine, ruoli apicali compresi. Forse il passaggio più delicato, quello che comunque crea un legame fra il Coni e Sport e Salute, non certo al livello di quello attuale con Coni Servizi, «braccio operativo» a tutti gli effetti del Coni, ma piuttosto significativo. Insomma, delle scelte in qualche modo concertate, con meccanismi che però non sono stati ancora del tutto definiti.
AMAREZZA Ma davanti ai presidenti Malagò non ha nascosto di non aver apprezzato metodo e merito della riforma, confessando tutta la sua amarezza per quella che continua a ritenere un’invasione di campo di cui non c’era alcun bisogno, e mettendo sul piatto anche la possibilità di non ricandidarsi dopo Tokyo 2020. Quanto ai dettagli tecnici della «trattativa», dopo le tre ore di dibattito «informale» – oggi invece ci saranno giunta e consiglio nazionale ufficiali – il presidente del Coni ha parlato di «unità di intenti per «salvaguardare la casa del Coni», ma pure di «toni propositivi» del dialogo con Palazzo Chigi, e di «aspetti nella norma che non possono esistere per ragioni tecniche e vanno dunque declinati in modo diverso».
DIALOGO Oggi il consiglio nazionale dovrebbe formalizzare il «mandato» a trattare. Sicuramente Malagò ha guadagnato qualche giorno perché è stato già fissato un nuovo incontro a Palazzo Chigi per la prossima settimana. Come previsto, è venuto dalle federazioni più grandi un invito più pressante al dialogo. Fra queste anche il nuoto di Paolo Barelli, oppositore di Malagò della prima ora, che però il presidente del Coni ha citato come «autore di un intervento che non ti aspetti» a sostegno dell’autonomia di Coni e Federazioni. «In ogni caso – dice il presidente della Fin – Se il governo ha preso questo indirizzo credo che vada fino in fondo». C’è stato anche chi ha fatto notare che la riforma non è nata all’improvviso: «C’era tutto nel contratto di governo Lega-5 Stelle, non possiamo sorprenderci».
VELOCITA’ Intanto oggi alle 16 scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla Camera. Il Governo, però, avrà comunque la possibilità di proporre modifiche anche nei prossimi giorni. Ma i tempi sono sempre più ristretti, Giorgetti aveva fissato per fine novembre una sorta di traguardo finale per la costruzione del testo. Insomma, la sensazione è che la trattativa abbia davvero i giorni contati.
Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport (Giovedì, 15 novembre 2018)
LA NOVITA’
I «regionali» finiranno sotto Sport e Salute
Uno dei problemi che la riforma del sistema sportivo dovrà affrontare è quello della struttura periferica dell’Ente, i comitati regionali e i Coni point, che – salvaguardando il personale – potrebbero essere riconvertiti nella nuova Sport e Salute con una funzione più pronunciata nell’area della promozione dello sport.
Il passaggio sotto l’ombrello di Sport e Salute, dovrà però essere accompagnato da una divisione di compiti fra le strutture periferiche Coni e gli enti di promozione (peraltro una certa «concorrenza» esiste già adesso) per evitare sostanzialmente che tutti facciano la stessa cosa.
L’altro tema è quello dell’elezione dei presidenti dei comitati regionali, finora basata sul voto dei dirigenti delle federazioni. Ci sarà un nuovo meccanismo elettorale?
Su questo e altri punti, al testo iniziale della legge andrà aggiunto molto di più. Altrimenti le criticità del passaggio fra vecchio e nuovo sistema potrebbero moltiplicarsi.
L’altro tema è quello dell’elezione dei presidenti dei comitati regionali, finora basata sul voto dei dirigenti delle federazioni. Ci sarà un nuovo meccanismo elettorale?
Su questo e altri punti, al testo iniziale della legge andrà aggiunto molto di più. Altrimenti le criticità del passaggio fra vecchio e nuovo sistema potrebbero moltiplicarsi.