«Un momento importante». Così Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del consiglio con la delega allo sport, ha definito l’incontro di ieri mattina con i gruppi militari e i corpi civili dello Stato. «Presentare le nuove regole senza mediazioni è un atto di rispetto e di consapevolezza reciproca per la crescita di tutti noi e, soprattutto, per il bene e la crescita dello sport». L’altro sottosegretario «sportivo», il 5 Stelle Simone Valente, ha ribadito l’invito alla collaborazione di tutti per la realizzazione della riforma: «Solo coinvolgendo insieme le autorità del governo, il Coni e i rappresentanti dei gruppi sportivi militari si potrà approfondire e pianificare l’obiettivo di far crescere lo sport italiano». È venuto dagli atleti dei gruppi militari e dei corpi civili, tanto per dare un’idea della loro importanza per lo sport italiano di alto livello, tutto il medagliere azzurro alle ultime olimpiadi invernali di PyeongChang. Sono circa 1200 gli atleti con le stellette.
Sport e Salute. Nella stessa giornata di ieri, Giorgetti ha ricevuto il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Ordine del giorno del colloquio scontato: la «messa a terra» della riforma e l’«armonizzazione» fra il ruolo del Coni e quello della neonata società Sport e Salute. Nelle prossime settimane, peraltro, dovrà essere stabilita la cifra definitiva della divisione delle risorse: la stesura nella legge di Stabilità affida a Sport e Salute 368 milioni, finanziamenti alle federazioni incluse, e 40 al Coni per la preparazione olimpica. E proprio la preparazione olimpica sembra il tema più urgente: ci sono diversi contratti da rinnovare senza dimenticare il tema della somma da destinare ai contributi «a progetto» per le federazioni.
Valerio Piccioni (La Gazzetta dello Sport, 14 febbraio 2019)
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