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Nel collegato apertura alle donne professioniste

E ora che succede? Nella lettera del Cio si fa anche riferimento all’ipotesi di un incontro, da tenersi addirittura alla fine della settimana a Losanna, che potrebbe favorire un chiarimento fra Governo e Coni, magari con una «mediazione» del Cio. Ma è un’ipotesi almeno per il momento complicata. Anche perché il Governo sostanzialmente dice che non ha senso parlare solo della «cornice» e senza avere presente il «quadro», che dovrà essere riempito nelle prossime settimane. Cioè i decreti delegati, che devono essere emanati entro 12 mesi. E che dovranno riempire la «cornice». Sul «quadro» il Governo, oltre agli «impegni» presi con gli ordini del giorno, dovrà ascoltare il parere delle commissioni parlamentari interessate, che avranno 45 giorni per esprimersi. Il loro parere non sarà però vincolante. Quante deleghe

I prossimi mesi saranno comunque riempiti da una discussione sui contenuti dei decreti delegati. «Alcune osservazioni del Cio potranno essere prese in considerazione, c’è la massima apertura del Governo ad ascoltare, recepire e applicare i principi della Carta Olimpica», assicura il sottosegretario Valente. I temi delle deleghe sono diversi: oltre al Coni e al «riordino» del sistema, ci sono anche i centri sportivi scolastici, la riforma della cessione del titolo sportivo con l’obbligo di una sua valutazione economica, le norme per la semplificazione di alcuni adempimenti per società e organismi sportivi, la sicurezza sulle piste da sci con l’obbligo del casco anche per i maggiori di 14 anni. C’è poi il «lavoro sportivo», l’articolo 5, che riguarda la possibilità di un’apertura a una sorta di «semiprofessionismo» per le donne e per alcune discipline (prima fra tutte la pallavolo). Un tema su cui il tavolo è già aperto da tempo, ma la quadratura del cerchio è ancora lontana.

Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport (mercoledì, 7 agosto 2019)

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