Vincenzo-Spadafora-e-Conte

Delega dello sport al 5S Spadafora. Cosa cambierà?

Sarà Vincenzo Spadafora il nuovo ministro delle politiche giovanili e dello sport. L’esponente pentastellato, uno dei «trattativisti» della prima ora sull’asse con il Pd, sarà dunque il titolare della delega fino a ieri nelle mani di Giorgetti. Si torna dunque al ministero dello sport, anche se senza portafogli. Spadafora, 44 anni, sottosegretario nel precedente governo Conte con la delega a giovani e pari opportunità, è nato ad Afragola (Napoli). È stato il primo garante per l’infanzia d’Italia e il più giovane presidente dell’Unicef. Politicamente, dopo Udeur e Verdi, è stato capo di gabinetto di Rutelli ai Beni Culturali e ha partecipato a Italia Futura con Montezemolo.

Discontinuità o no

Premesso che la parola sport non figura nel programma «ufficioso» di governo (dove c’è anche come ministro delle infrastrutture Paola De Micheli, presidente della lega volley femminile), che cosa significa la nomina di Spadafora? Assegnare al Pd la delega sarebbe stato dire: qui si cambia parecchio. Ma la mancata scelta di Simone Valente, papà della riforma con Giorgetti, da diversi anni plenipotenziario «sportivo» 5 Stelle, potrebbe rappresentare comunque una parziale discontinuità. La riforma, rivendicata da Conte come un successo anche nella prolusione antisalviniana al Senato, non è in discussione, si possono però immaginare correzioni nella sua messa a terra.

Per il professionismo femminile

Spadafora, che conosce da anni il presidente del Coni Giovanni Malagò, è un «tifoso» del professionismo femminile. Su facebook, ha salutato con entusiasmo la prima volta di un arbitro donna in una finale calcistica europea: «Segnale importante in uno sport da sempre maschio-centrico» .

di Valerio Piccioni (La Gazzetta dello Sport di giovedì 5 settembre)

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