Rottura totale e clamorosa. Il Coni di Giovanni Malagò ufficializza il divorzio dalla società Sport e Salute di Rocco Sabelli. Perché, lo dice il primo, «non solo non c’è alcuna armoniosa collaborazione» con il secondo, ma non ce n’è proprio nessuna e manca il rispetto. Così, spiega Malagò nell’affondo post Giunta durato quasi un’ora nonostante il viaggio per Ischia (matrimonio di Elisa Di Francisca) imponga di andare di corsa, «meglio andare ognuno per la sua strada». Meglio il trasloco
E visto che fra le materie del contendere c’è anche l’affitto del Palazzo «H» del Foro Italico, sede di tutti e due i soggetti, che – spiega Malagò – il Coni ha in comodato d’uso fino al 2032, «quando lo hanno scoperto dopo averci chiesto l’affitto sono diventati matti», il consiglio al presidente-ad di Sport e Salute è quello di traslocare. «Io non posso mandare via nessuno, ma visto il clima creato suggerisco a Sabelli di andare da un’altra parte. Visto che la situazione è questa non mi sembra una brutta idea». Dopo queste parole è superfluo notare che i due non si parlano più. «Meglio staccarsi, l’abbiamo deciso prima della crisi di governo, saremmo più piccoli, ma con dignità e schiena dritta. Avremo la nostra pianta organica con 110 persone. E il nostro logo, anzi chiederemo di cambiare il loro perché è troppo simile». «Mali estremi…»
Ma perché si è arrivati a tutto questo dopo che i due avevano firmato l’accordo da tradurre in contratto di servizio entro il 30 settembre? «L’autonomia dello sport è obbligatoria: non puoi dire al Coni o si fa così o si fa così perché allora a mali estremi, estremi rimedi. Eravamo rimasti d’accordo che nella divisione dei perimetri avremmo deciso insieme le scelte per il marketing. E dopo qualche ora arriva una pec che dice com’è organizzato tutto, dalla A alla Z!». Malagò parla anche di «ingerenze» di Sabelli: «Ha parlato di rapporti fra Coni e Cio. Cio che è molto contrariato per quanto è successo il 6 agosto con l’approvazione della legge delega. Sarebbe bastato leggere la lettera di James McLeod, dirigente del Cio: quando parla lui, è come se parlasse Thomas Bach». «Solo per i biglietti»
Ed eccoci ai biglietti omaggio per le partite. Alla drastica riduzione della dotazione per il Coni, passata da oltre 500 biglietti ai 20 (per la Roma) e 12 (per la Lazio). «Non voglio usufruire di biglietti di Sport e Salute, solo così possiamo dimostrare che il Coni ha dignità. Atleti e tecnici adesso sono ospiti delle due società e di Sky, è uno sgarbo al Coni». E parte proprio da qui la risposta del primo piano (ufficio di Sabelli) al piano terra (conferenza stampa di Malagò). «Siamo sorpresi per i toni e per il contenuto delle dichiarazioni. Da quando il Coni ha annunciato la firma dell’accordo con noi, ai primi di agosto, l’unica novità è la nostra policy sui biglietti della tribuna dell’Olimpico destinati allo sport sociale di base e ai dipendenti meritevoli, con conseguente fine delle clientele. Evidentemente Malagò ha perso il controllo dei nervi per questo». Sabelli parla di «inaspettate, ingiustificate e inaccettabili dichiarazioni» perché nessuna insoddisfazione o critica erano finora emerse sulla qualità dei rapporti e sul rispetto reciproco che avevano consentito la stipula dell’Accordo del 6 agosto scorso». Il cortocircuito è totale, al Foro Italico nasce un confine «coreano» che non promette nulla di buono.
di Valerio Piccioni (La Gazzetta dello Sport di giovedì 5 settembre 2019)