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Attivata YamApp! Il resoconto dell’incontro numero zero

Da qualche settimana ormai siamo ritornati sul tatami, ma la nuova stagione sportiva del Dlf Yama Arashi è stata aperta ufficialmente ieri sera con il primo incontro di YamApp, appuntamento dedicato all’approfondimento sulla storia e le storie sulla cultura del judo. Un’opportunità d’incontro, analisi e sensibilizzazione sul judo, sui molteplici aspetti che lo rendono unico e speciale. La prima serata dedicata, cui è stato assegnato lo zero a definire un punto di partenza, ha posto al centro dell’attenzione la profonda conoscenza del Maestro Pierluigi Comino che, in quasi due ore, ha sviluppato un discorso storico e tecnico-didattico di grande interesse per la quarantina di appassionati intervenuta. Per chi non è riuscito ad esserci e ha perso l’occasione, mettiamo volentieri a disposizione la traccia dell’intervento che il Maestro ci aveva anticipato.

Incontro n° ZERO

JU DO anno zero

Il JUDO come termine distintivo di una scuola era già stato usato in passato, dalla scuola KITO Ryu  (SUZUKI Kuniyori 1714 e JIKISHIN Ryu XVIII secolo)

E’ utile qui ricordare che le arti marziali Giapponesi a causa delle guerre grandi o piccole persistenti  fino all’avvento dello Shogunato Tokugawa ed alla definitiva pacificazione del Giappone avvenuta verso il 1637 una volta sedata la rivolta SHIMABARA  ( Shimabara no Ran) avevano conosciuto un continua diffusione e sviluppo, nel  1453 l’affondamento di un vascello portoghese presso l’isola di Tanegashima aveva introdotto le armi da fuoco fino al momento sconosciute tanto da creare per le armi da fuoco il toponimo Tanegashima Teppo (Joao PINTO) e per il JUDO la tecnica di rovesciamento TEPPO GAESHI a ricordare la gestione del  sistema d’arma ottocentesco

Il Kwampaku (Protettore/Tutore Imperiale) Toyotomi Ideyoshi nel 1477 con l’editto “katanagari” aveva fatto requisire su tutto  il territorio Imperiale le armi con la scusa che la loro diffusione “rendeva quanto mai difficile raccogliere le tasse governative” ciò nonostante e malgrado la così detta Pax Tokugawa tra il 1600 e il 1868 si contavano circa 2000 rivolte tutte sedate  in modo cruento, il paese era chiuso agli stranieri meno che per gli Olandesi e mercanti Cinesi con permesso di residenza su una isoletta: Dejima (di fronte a Nagasaki)

Giapponesi in ITALIA

Nel Periodo la visita in Europa e segnatamente a ROMA di HASEKURA Sukenaga Rokuemon inviato da un DAIMYO in missione dal Santo Padre e di cui in Civitavecchia porto una statua ricorda la sua venuta ai primi del 1600

Il collasso dello Shogunato aveva come ben noto portato alla dispersione del patrimonio delle scuole marziali , un moderno  esercito non recepiva nei suoi sistemi addestrativi, per lo più mutuati dagli USA, dagli Inglesi e singolarmente per la baionetta ( Kajukenbo) dai Francesi, dall ‘italia i dirigibili

Ben lontano comunque dalle KORYU il progetto sportivo o salutistico della ginnastica, cosa che KANO individua come strategica alla sopravvivenza dei principi posti alla base del BU JUTSU  KOBUDO l’arte della Guerra poi ovviamente e coerentemente transitata come BU DO

Sarebbe piuttosto complicato addentrarsi nei cenni utili a formare una base per comprendere la dinamica degli inizi, basti considerare chealla base c’era e tutt’ora c’è un forte ed inestinguibile orgoglio del Giappone per la tradizione, infatti KANO pone tra le qualità richieste e sviluppate dal JUDO : AI KOKU termine che si può facilmente tradurre con nazionalismo patriottico

Uno dei primi fogli , diremmo giornale di JUDO si intitola infatti KOKUSHI ( KOKU nazione SHI spirito ) e nei vari titoli dati alla stampa dedicato troviamo sempre riferimenti patriottici fino    a pervenire a JUDO, quando ormai la deriva militaristica degli anni 30/40 già consigliava un prudente distacco dalla politica Imperialistica del Grande Giappone.

Il KODOKAN JUDO come d’abitudine in oriente ha una data di fondazione che non coincide con la realtà infatti presso la prima sede del tempio EISHOJI tutt’ora visitabile nell’area di Ueno, il primo Dojo  di 12 tatami circa 19 m2 di  “materassine” che accoglieva 9 allievi si praticava Tenjin shinyoRyu e Kito ryu ed i diplomi ed attestati venivano dati secondo queste due scuole, il registro poi firmato con il sangue dei primi neofiti, l’inkan attuale in inchiostro rosso era l’impronta digitale del pollice fatto scorrere leggermente sulla lama molto tagliente è del 1885 ed i kata, cioè il syllabus del Kodokan JUDO risale agli anni che vanno dal 1884 al 1888

Comunque sia il Kodokan JUDO fa risalire le origini al 1882

E la storia di JIGORO Kano trova autori della biografia con opera complete e documentate in Brian WATSON e John STEVENSON, Naoki MURATA, David MATSUMOTO

ETC a cui si rimanda quanti interessati, alcuni testi disponibili anche in Italiano

Gran Maestro ed erede di TENJIN SHINYO Ryu e affidatario di KITO Ryu l’intuizione originale al JUDO KODOKAN viene da quest’ultima scuola della prima manterrà il ricordo con il shinken shobu no kata poi KIME no KATA e nell’ITSUTSU no Kata, mentre per il KITO Ryu il KUDEN come KOSHIKI mno KATA quasi a voler chiudere il cerchio……..

Un breve cenno KI TO letto anche OKI TAORU, Rialzarsi e cadere, nasce verso la prima metà del XVII secolo per opera di un Samurai di terza classe del clan AIZU , forse motivato dagli insegnamenti di  un saggio Cinese rifugiato in Giappone CHEN Yuan Yun   trova anche ispirazione nel più grande maestro di spada del tempo YAGYU Munenori  e nel sant’uomo, reverendo ZEN  TAKUAN. Arte della guerra e Filosofia come già fatto e studiato nei classici cinesi  Arte della Guerra SUN Tsu e San Luè di anonimi.

Idea originale un guerriero in gosoku, l’armatura pesante , una volta caduto è alla mercè del nemico da cui lo studio dell’equilibrio non solo fisico in quanto il combattimento richiedeva comunque una grande saldezza morale, un samurai usciva al mattino ed alla sera…..non vi era certezza di ritorno, tanto che i duelli , in un certo periodo , vennero severamente proibiti  soprattutto  nelle scuole e tra le scuoleanche se l’uso di armi di legno non diminuiva l’efficienza tecnica e distruttiva

KANO pratica KITO Ryu con IIKUBO Tsunetoshi un maestro a livello diremmo noi di allenatore del KOBUSHO periodo BAKUMATSU cioè il periodo finale del BAKUFU, il “governo della tenda”cioè della guardia shogunale di ben altra arte: Naginata, la variante KITO era della scuola Takenaka al tempo praticata a TOKYO, gli altri maestri che aderiranno al KODOKAN provenivano dalla scuola NODA di OKAYAMA tutt’ora attiva

Con KITO RYU si pratica Randori, nato come MIDARE (lettura inversa degli stessi caratteri ed analogo significato) GEIKO (studiare il passato) e dopo i Kata del TENJINSHINYO affronta la pratica libera  dove apprezza l’importanza del controllo dell’equilibrio e nasce l’intuizione del JUDO KODOKAN . Kuzushi ed ovviamente altre situazioni paradigmatiche: Shi Zen Hontai no RI – TSUKURI  – SUTEMI poi Nage no kata – katame no kata – go no kata – ju no kata etc

Inizialmente non c’è una divisa JUDO solo verso il 1900 si viene a proporre una uniforme sportiva  presa da Hanten  una giacca rinforzata dei pompieri e delle uniformi da fatica, prima si praticava con un normale abbigliamento da lavoro , giacca a maniche corte e calzoni corti, anche la cintura e la graduazione mu dansha e yu dansha è posteriore  e le prime CN  datano con Yamada ( poi TOMITA) e Saigo al 1885

GARE. Alcune scuole di JU JUTSU avevano regole a punti per gareggiare altre no, in genere con arbitro unico si gareggiava senza limiti di tempo fino ad una qualche conclusione oppure visto e considerato lo stallo il giudice annunciava la parità e ad esempio nel sumo (tori naoshi) si rifaceva tutto daccapo

Il JUDO Kodokan dopo il placet del Dai Nippon Butokukai prende il sopravvento su tutte le scuole e nel tempo codifica le varie forme di gara depurando via via le situazioni più pericolose o a rischio

Il principio di base del Kodokan JUDO è Shi Zen Hontai no Ri il principio della postura fondamentale, codificato come la massima espressione di equilibrio di un corpo che nel contempo permetta di variare agire, reagire con la massima prontezza, cosa che non può accadere a gambe larghe o a piedi ravvicinati e più o meno corrisponde alla distanza tra tallone e tallone di un piede trasverso per poi passare all’analisi ed alla gestione del movimento

Centro di gravità: nel JUDO Kodokan il centro di gravità è più spostato in avanti ed in basso della fascia ombelicale, cosa che genera lo spostamento suri ashi cioè mantenendo il contatto con l’avampiede ed il tatami o la superficie su cui si opera

Cinetica: Kyakka sokko concetto ZEN: illuminare il cammino, tutto parte dai piedi nell’arte della spada il movimento della lama nasce dal tallone………. Ma la forza che taglia dall’addome

Per riuscire a congegnare uno studio tecnico di JUDO è quasi sempre necessario un partner con una buona tecnica di caduta da cui è bene sapere

Uke Mi – UKE ricevere MI corpo, cadere Korobu da cui l’esercizio KDK Happo no korobu, cadere in otto direzioni

Il tatami è fatto con fasci di steli di riso a mazzetto disposti in parallelo da cui , relativamente ai tatami la dispersione di un impatto è lineare non di rimbalzo, il truciolare o le schiume di gomma tendono invece a restituire con rimbalzo

KOKYU respirazione

Una caduta violenta sul dorso provoca un senso di soffocamento dovuto al diaframma che si blocca in espirazione, la contrazione addominale più o meno facilitata dal braccio che batte violentemente libera il diaframma nelle naturali escursioni anche con cadte violente che sul tatami o su superfici rigide potrebbero provocare al minimo un senso di soffocamento

KOKYU Katsu

La prima e per molto tempo unica tecnica di caduta in genere praticata è stata Mae Ukemi, storia, Skiguchi Jushin Gran Maestro dell’arte SEKIGUCHI Ryu vedendo un gatto cadere da un muro ed atterrara sulle quattro zampe  trasse l’ispirazione per formalizzare mae ukemi, da dire che nel JU JUTSU ed in gnere nel KOBUDO se uno deva tanto peggio tanto meglio fino a quando la ripetizione in sicurezza delle tecniche vuoi kata vuoi randori non richiesero tecniche di caduta adeguate, come disposto da JUDO ed AIKIDO principalmente

nel JUDO vediamo in successione e coerentemente alle direzioni di squilibrio:

Mae ukemi frontale

Ushiro (koho) ukemi

Yoko Ukemi laterale destra e sinistra

Mae mawari ukemi  rotolando in avanti

Jizo daore

O ten

Conseguenti alle forme di lancio i concetti di nage – otosu – taosu – sutemi

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