Il giallo Schwazer continua. E continua moltiplicando i dubbi anziché cancellarli. Il gip Walter Pelino ha infatti disposto un nuovo supplemento di indagine. Nell’ordinanza si dice che «fra le ipotesi per spiegare l’anomala concentrazione di DNA» emersa rianalizzando le urine del controllo del primo gennaio 2016 (che ha portato alla positività), «quella della manipolazione è l’unica, allo stato, suffragata da elementi indiziari, resa possibile dai gravi vizi già accertati della catena di custodia e concretamente attuabile senza particolari difficoltà». E l’«eventuale aggiunta» di testosterone potrebbe essere avvenuta in diversi modi: per esempio utilizzando l’urina raccolta in occasione di un altro controllo antidoping di Schwazer.
Altri esami
Nelle conclusioni si ritiene «evidente il fatto che qui vi è in gioco molto di più che la responsabilità penale dell’indagato e che ne va della stessa credibilità dell’intero sistema dei controlli antidoping». Quanto ai nuovi esami, il gip chiederà alla Fidal 50 volontari che praticano discipline di resistenza ad alto livello per verificare se lo stress di allenamento possa veramente produrre picchi così elevati di concentrazione. Alla Wada, invece, vengono chiesti 50 campioni anonimi di urina di soggetti positivi al testosterone per approfondire anche la possibilità di un innalzamento dei valori di Dna causato dal doping.
Quante anomalie
Per il gip le incongruenze sono numerose a partire dalla violazione dell’anonimato con l’indicazione sul verbale di consegna al laboratorio della località di Racines, dove Schwazer era l’unico atleta di alto livello. C’è poi l’«incidente diplomatico» del 7 febbraio 2018 quando il perito del Ris va al laboratorio di Colonia, che «pretende di consegnare una provetta già scongelata» non sigillata e fuori della catena di custodia». Catena di custodia che «si è rivelata in concreto del tutto inconsistente». Viene poi considerato il documento che i legali della Wada hanno chiesto di ammettere come prova, relativo a un altro controllo di Schwazer in cui sarebbe emerso un altro valore di concentrazione molto alto. Ma quest’analisi «risulta condotta in maniera del tutto autoreferenziale e fuori del contraddittorio» provocando «ulteriore alone di mistero sulla vicenda». La copia dell’ordinanza verrà trasmessa anche a Colonia per verificare se la magistratura tedesca abbia aperto un’indagine sul famoso scambio di mail fra capo dell’antidoping e legale Iaaf in cui era stata usata l’espressione «complotto contro Schwazer». Il giallo è sempre più internazionale.
Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport (Giovedì, 17 ottobre 2019)