Danza sportiva sotto shock per l’inchiesta dei carabinieri del comando provinciale di Rimini che ha portato all’iscrizione al registro degli indagati di otto fra istruttori, giudici e direttori di gara. La vicenda si riferisce a «Sport Dance», organizzata dal 5 al 15 luglio del 2018. Al centro dello scandalo ci sarebbe un istruttore capace di fare e disfare i verdetti. Le gare combinate sarebbero state 12. Niente mazzette, ma vantaggi economici indiretti, con il meccanismo: più vinci, più ci sono atleti che vengono ad allenarsi nella tua scuola di danza.
Procure
L’inchiesta era nata per un’informativa della procura generale dello Sport, allora diretta da Enrico Cataldi, alla procura di Rimini proprio poche settimane prima dello svolgimento delle gare incriminate. Nell’indagine sulla correttezza delle elezioni (l’accusa riguardava il ruolo di un presidente federale radiato nell’assemblea, il procedimento è ora in Cassazione), sarebbero emerse condotte fraudolente proprio a Rimini, capitale della danza sportiva. Fra gli indagati, per omessa denuncia, c’è anche il presidente federale Michele Barbone. Avrebbe ricevuto una telefonata di un’atleta senza riferimenti a circostanze, nomi e cognomi. Da qui il comunicato della Fids in cui si dice che «il presidente non è mai entrato in possesso o ha avuto conoscenza di nomi, elementi e/o documenti che lo avrebbero obbligato a inoltrare un rapporto all’autorità giudiziaria». A un istruttore e a due giudici c’è il divieto di esercitare la professione o rivestire incarichi in società sportive per sei mesi. Per altri tre istruttori e un direttore di gara c’è l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.
Boom e scandali
La danza sportiva è una federazione riconosciuta dal Coni dal 2007. Già nel 2011, il gruppo dirigente fu travolto da uno scandalo del genere. Una zavorra pesante, quella della «dipendenza» da giudici, per un movimento che ha 110mila tesserati e che con la break dance sbarcherà all’Olimpiade nel 2024. Il problema è spesso il doppio ruolo tecnico-direttore di gara o giudice, un sistema perverso che la stessa federazione ha voluto combattere con il divieto dei “controllori-controllati” almeno per le specialità più diffuse. Un divieto solo parziale, però. Tanto che il consiglio federale del 15 dicembre discuterà l’estensione della norma a tutte le 54 discipline di questo mondo minacciato da troppi personaggi senza scrupoli.
Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport (Mercoledì, 27 novembre 2019