20200307_la_Repubblica

Basile “Basta con i reality sono nato per combattere. Vado a Tokyo e vinco”

È un uomo pronto a tutto. Ha vinto nel judo all’Olimpiade di Rio e subito dopo si è prodotto in un monologo di Gomorra. Ha danzato con la nonna a Ballando con le Stelle, poi ha dormito per terra in una pensioncina giapponese. Per partecipare al Grande Fratello Vip è uscito dall’Esercito, e sulla fronte di Alessandro Cecchi Paone ha scritto “umiltà” con un pennarello. Fabio Basile sembrava ormai inghiottito dalla tv, ma a gennaio è tornato a vincere: al Grand Prix di Tel Aviv, primo successo dopo l’oro di Rio. Per lui l’Olimpiade di Tokyo non è un evento a rischio, ma una gigantesca, seconda opportunità che gli dà la vita. Basile, come si sente? Preoccupato?

«Per il coronavirus? Il problema c’è, e non è una situazione semplice. Ma stiamo pure esagerando a parlarne in continuazione: su Facebook, su qualunque canale. Dobbiamo reagire, basta chiacchiere. Io credo che alla fine l’Olimpiade si farà, anche se al momento una nazionale come la mia non partirà per il Grand Slam di Ekaterinburg».

È possibile essere tranquilli in un anno così? «Nel judo tranquillo non esiste, sei tu da solo contro tutti. Ma non mi preoccupa nulla, pensare di non essere ancora qualificato, trovare avversari più grossi di me dopo aver cambiato categoria. Se ci pensassi, non sarei degno di questo sport. Lo dico ora: se riesco ad arrivare a Tokyo, vinco un’altra Olimpiade».

Per un judoka il Budokan di Tokyo che dovrebbe ospitare il torneo è un po’ come San Pietro per un cattolico. «Ma io salgo sul tatami per menare tutti, per me le Olimpiadi o il torneo della polpetta sono lo stesso».

Se non vincerà, diranno che è colpa dei reality. «Intanto ho fatto parlare del mio sport senza sbagliare una parola, ho fatto cose azzardate in format come il Grande Fratello dove è impossibile non commettere un errore. L’ho fatto per vivere un’esperienza diversa, uscire un attimo dal mio ambiente, e si è avverato tutto quello che avevo detto alla vigilia».

Cosa? «Tornerò più forte di prima. Finito il Grande Fratello, è puntualmente successo». Eppure dopo Rio sembrava aver mollato. «Dopo l’Olimpiade non mi sentivo pronto per combattere. Quando è finito Ballando con le Stelle, uscivo per strada e la gente mi fermava. Va bene la popolarità, i soldi, ma se vuoi vincere in uno sport tosto come il mio devi essere un treno senza freni. Per questo ho chiesto alla federazione di trovarmi il peggior albergo in Giappone, dove sono rimasto due mesi, da solo, pulendomi la stanza».

Che cosa le hanno lasciato le esperienze in tv? «Io sono un personaggio da quando avevo 14 anni. Eppure non sono fatto per questo, sono nato per combattere. Ho conosciuto persone bellissime, famose, come Cecchi Paone, le gemelle Donatella, Francesco Monte. Ma un conto è se mi metti a fare l’attore, un conto il deficiente in tv».

Le è rimasta però la passione narcisistica di esibire gli addominali. «Anni e anni di sudore: sono belli, mi piacciono. Siamo tutti uguali, ci piace apparire, soprattutto noi italiani siamo fatti così».

Secondo la federazione i praticanti sono passati da 43mila e 57mila in 4 anni. «Evvai, chiamatelo pure effetto Basile. Però se vado in Israele, dove il judo è sport nazionale, mi riconoscono ovunque, in Francia il palasport di Bercy è pieno, in Giappone le arti marziali si insegnano all’università. Qui si parla solo di calcio, se investissimo in altri sport saremmo un paese migliore».

La sua famiglia come ha vissuto il dopo Rio? «Non si aspettava tutta questa attenzione mediatica. Ho esaudito il sogno di mia nonna Diamante, che voleva apparire in tv. L’ho portata al Grande Fratello e a Ballando, ora a 74 anni è contenta».

E i suoi genitori Tiziana e Mauro? «Eravamo una famiglia umile, non mi vergogno a dire che mancavano i soldi a casa. A 15 anni ho promesso loro che sarei diventato il più forte del mondo e avrei sistemato tutto. Ho finito di pagare il mutuo della casa. A papà, che ha bruciato due auto per me, settanta chilometri al giorno da Rosta, vicino a Rivoli, a Settimo Torinese, ho comprato una Golf ultimo modello. Le promesse sono debiti. I genitori italiani devono capire che se vogliono che i figli stiano bene, devono fare sacrifici. Noi nemmeno in vacanza andavamo».

Se vuole vincere a Tokyo avrà già un piano di battaglia. «Un anno prima di Rio ero nei 60 chili, poi ho vinto l’oro nei 66 e ora sono nella categoria 73 senza bisogno di perdere peso (che fa male, tra l’altro). Ora gli avversari sono molto più grossi di me, ma se uno è forte vince in tutte le categorie. Per questo mi sto allenando con partner 20-30 chili più pesanti di me. Rischio di farmi male se sbaglio una mossa, ma devo andare all’Olimpiade sapendo di poter battere tutti. Eppoi voglio accanto a me l’allenatore Raffaele Toniolo, uno dei tre fratelli della palestra Akiyama di Settimo Torinese che hanno dedicato una vita a noi, senza farsi mai una vita loro».

Ora che ha lasciato l’Esercito per il Grande Fratello come se la cava? «Spero di rientrarci, nell’Esercito, i rapporti sono rimasti ottimi». Sta già pensando a cosa fare dopo? «Le possibilità sono tre. Allenatore della Nazionale. Atleta della MMA, le arti marziali miste, nelle gabbie degli Stati Uniti. Infine, l’attore. Ho già dei contatti, non mi dispiacerebbe».

di Mattia Chiusano – La Repubblica di sabato 7 marzo 2020

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