Tokyo, ieri, è stata imbiancata da un’abbondante e inattesa nevicata, con temperature precipitate dai 25 gradi di sabato. Buono per i tentativi di tamponare l’emergenza Covid-19, visto che la gente così è stata meno invogliata a uscire di casa. I casi di positività al virus, anche in Giappone, seppur ufficialmente inferiori a tante altre nazioni, sono in progressivo aumento. In particolare nella capitale, dove con i 68 di ieri (mai così tanti) si è arrivati a 430 (nel Paese sono invece 1693, con 52 decessi). Ciò nonostante di Olimpiade si continua ovviamente a parlare. Dopo l’inevitabile rinvio al 2021 decretato martedì («entro l’estate»), a tener banco ora è il toto-data.
Gli scenari
Tra venerdì e sabato Thomas Bach, il presidente del Cio, di concerto coi comitati olimpici nazionali e le federazioni internazionali, ha preso venti giorni di tempo per una decisione. Ma è possibile che questa venga presa già entro la settimana, dopo una riunione dell’esecutivo del comitato organizzatore che farà la scelta assieme al Cio. L’ipotesi più accreditata, benché alcune federazioni preferirebbero un anticipo alla primavera (tra le altre quelle di nuoto, tennistavolo, triathlon e sport equestri), è quella di una sostanziale conferma delle date previste per il 2020, adeguate di un giorno. L’Olimpiade si potrebbe disputare da venerdì 23 luglio a domenica 8 agosto (con maratona e marcia spostate a Sapporo), la Paralimpiade da martedì 24 agosto a domenica 5 settembre. La propensione a questa scelta è stata confermata dal broadcaster Nhk e da fonti interne al Cio e allo stesso comitato organizzatore.
I costi
Così facendo verrebbe garantito l’impegno dei network televisivi statunitensi, Nbc in testa (pari a quattro miliardi di euro per le prossime quattro edizioni, invernali incluse), che non andrebbero a scontrare la programmazione a cinque cerchi con quella dei campionati professionistici nordamericani. Oltre che il coinvolgimento dei migliori tennisti, giocatori di basket Nba, golfisti e calciatori, sulla carta liberi in quel periodo da impegni importanti. Senza tuttavia dimenticare i tanti problemi a cascata che si presenterebbero comunque. Legati ai calendari: la Fina, la federazione internazionale delle discipline acquatiche, ha fatto sapere che non sposterà al 2022 i propri Mondiali, previsti a Fukuoka dal 16 luglio all’1 agosto. Ma anche ai criteri e alle date delle qualificazioni per coloro (circa 6200 di 10.900 atleti) che il pass per i Giochi ancora non l’hanno. E soprattutto ai costi: chi pagherà i 2,4 miliardi di euro stimati di spese extra per il posticipo? In parte anche le 33 federazioni mondiali coinvolte, a loro volta alle prese con situazioni economiche che, data la situazione, saranno tutt’altro che brillanti. Ma non potrà mancare un massiccio intervento del governo nipponico, considerando che solo 5 miliardi di un budget che prevede che la spesa iniziale di 11,3 aumenti almeno del doppio, sono coperti da investimenti privati. «Le Olimpiadi – hanno detto Yoshiro Mori e Toshiro Muto, presidente e Ceo del comitato organizzatore – nascono come evento estivo, pensiamo quindi di riposizionarle tra luglio e settembre». Proprio ieri Visa, il gigante delle carte di credito, ha confermato che sarà al fianco dei 96 olimpici di 27 discipline già sotto contratto, gente come David Rudisha e Simone Biles, anche oltre il 2021.
L’atletica
A tirare il gruppo delle federazioni disposte al posticipo di un anno giusto, c’è proprio quella dell’atletica, da sempre tra le più accreditate in sede olimpica. Il presidente Seb Coe ha fatto intendere di aver pronto un piano di nuova calendarizzazione. I Mondiali di Eugene, dal 6 al 15 agosto 2021, verrebbero rimandati al 2022. Senza andare a cozzare coi Giochi del Commonwealth di Manchester e gli Europei di Monaco. In attesa di conoscere la sorte della rassegna continentale di Parigi a fine agosto, la stagione vive intanto di continui posticipi forzati. Dopo quelli a data da destinarsi di altri tre meeting di Diamond League, compreso il Golden Gala di Napoli del 28 maggio e, tra gli altri, quello degli Europei allievi di Rieti (16-19 luglio), all’elenco si aggiungono i campionati africani, ad Algeri il 24-28 giugno. Tutto è in alto mare. Con una certezza: la fiaccola olimpica continua a brillare. Adesso è al J-Village di Fukushima, divenuto un dormitorio per i lavoratori della centrale nucleare dopo lo tsunami del 2011. Tra un mese sarà a Tokyo. Resta un simbolo di speranza.
Andrea Buongiovanni – La Gazzetta dello Sport lunedì 30 marzo 2020