Anche a distanza di settimane continuano ad arrivare risposte. Il tema è sempre lo stesso, com’è stata trasformata la nostra quotidianità con l’avvento del virus e come immaginiamo possa, al di là delle speranze e degli auspici, essere quella del futuro. In questo caso ha risposto Raffaele, uno dei grandi dello Yama Arashi, uno dei ‘muletti’ che ha contribuito a scrivere importanti pagine nella storia del club, uno che applicò difese e contrattacchi in forma acrobatica ben prima dell’avvento di Zantaraia, che ha segnato una svolta a livello assoluto. I gesti, dei balzi o guizzi su attacchi che davano l’impressione di essere arrivati quasi a punto, vennero soprannominati ‘tranfolismi’, proprio da uno dei nomignoli che a Raffaele furono affibbiati per le irresistibili imitazioni di personaggi tv del tempo. Oggi, Raffaele ha 46 anni, è allenatore di judo, export manager nel campo dell’orto-viticoltura e fa parte del consiglio direttivo dello Yama Arashi.
Com’è diventata la tua giornata-tipo?
Sono fortunato: ho un giardino! Mi alzo comodo, e con Marinella faccio 20 minuti di Yoga per spalle e cervicale: grazie Youtube! Colazione dei campioni. E prima delle 10 ho già fatto tre cose che non facevo da almeno 20 anni in giorni feriali. Due ore di smart working, poi un’ora di allenamento ad alta intensità (alta per un ex atleta di mezza età!). E via al lavoro, con pranzo a sacco. Rientro serale con stop dai miei (ho il permesso firmato da Pinco Palota) per cena o aperitivo. Poi a casa a dare acqua alle piante e serata in famiglia.
Come immagini sarà quella futura?
E quando la tempesta sarà finita, non vedo l’ora di rivedere tutti gli amici dal vivo, camminare per un centro città animato da gente allegra, che si abbraccia e sorride. Sarà così prezioso rivedere tutti voi, sudare insieme e poi dissetarci e ridere, sapendo che il peggio è passato.