La presenza all’allenamento del corso agonisti, da oggi, la prenoti con un clic. Ed in caso di contrattempo, con un altro clic, puoi rimettere a disposizione il posto che avevi occupato. È soltanto una delle cose che possono nascere dalle necessità e, dopo la riapertura degli allenamenti nel rispetto delle limitazioni, le presenze sul tatami sono state contingentate. Certo, la chat su whatsapp funziona, ma l’idea già elaborata e messa in pratica sul posto di lavoro, ha indotto Agnese ad introdurla anche nel club.
“Per realizzare questo sistema di prenotazione e metterlo a punto ritengo di aver impiegato più o meno quattro ore – ha detto Agnese – proprio perché avevo già predisposto uno schema analogo per il lavoro”.
Quali le principali criticità?
“Sostanzialmente non ci sono criticità, se non quella che deriva da una gestione che richiede assistenza continua, per tutte quelle domande che l’utente neofita pone anche se sarebbe in grado di trovare la risposta da solo”.
Com’è nata questa cosa?
“È stata un’opportunità per maturare molto, ho appreso cose che non avrei mai affrontato se non fosse stato necessario. Non sono cose particolarmente complicate, ma è stata la situazione che mi ha spinto a cercare nuove soluzioni. In generale non ho mai costruito siti per mia volontà spontanea, né ho dovuto cercare dei gestionali specifici come ho fatto in questo caso. Nella vita frenetica che ci siamo lasciati alle spalle, mai avrei trovato il tempo per fare questo lavoro e per quanto sia niente di che, è qualcosa che può aiutare. Penso sia bello quando riesci a rendere disponibile agli altri quanto acquisito, e facilitare altre cose”.
Altro che ‘andrà tutto bene’… Fare le cose per gli altri, è questa l’unica via che porta laddove tutto va bene. E non importa se le cose che fai sono grandi o piccole, quello che conta è che le hai fatte per la comunità. Un pensiero che Julio Velasco ha espresso molto chiaramente, come sempre, meno di due mesi fa: “Non mi piace dire ai ragazzi che andrà tutto bene, rassicurandoli. Preferisco dire loro che andrà come noi faremo in modo che vada. Le istituzioni devo mettersi dal punto di vista dei ragazzi, non al di sopra, ma al fianco. Serviranno misure di aiuto e di sostegno, ma anche una riflessione attenta sul fatto che nessuno, da ora in poi, potrà mai più pensare solo ed esclusivamente a se stesso. La morte degli anziani mi devasta, stiamo perdendo una generazione di persone straordinarie. Dovremmo chiedere a loro come hanno fatto a ricostruire dopo i bombardamenti. Li dovremmo portare nelle scuole quando i bambini avranno bisogno di punti di riferimento. Se chiedi alla nonna di mia moglie che ha 96 anni e vive a Ferrara, se erano poveri ti dice di no, perché mangiavano tutti i giorni. Ecco, le nostre prospettive per quelle che erano dovrebbero cambiare”.