Un massimo di due mandati per il presidente del Coni e i membri di giunta, e di tre per quelli delle federazioni e del Comitato paralimpico. Nella bozza di 124 pagine che il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha inviato ieri sera al Governo e alle forze politiche ci sono due norme shock. Ma sull’interpretazione ci sono diversi dubbi ed è bene ricordare che si tratta di una bozza, seppure ufficiale. Ieri sera, in diversi ambienti politici, si nutrivano dubbi sull’approvazione con questa formula. La norma vieterebbe la ricandidatura di Giovanni Malagò al Coni (anche se c’è un’eccezione per i membri Cio, quindi anche per lui, che però sarebbe riservata solo alla presenza in giunta). Non sarebbero ricandidabili molti presidenti delle federazioni più importanti, da Barelli (nuoto) a Binaghi (tennis) e Chimenti (golf). Attenzione, però. Perché si dice «fatti salvi gli effetti delle disposizioni transitorie in vigore». Un riferimento alle norme degli Statuti che hanno raccolto la legge Lotti, che consente un altro mandato, ma che viene abrogata. Un bel rebus.
Limite mandati
In mattinata, Giovanni Malagò aveva scelto un basso profilo alle domande sulla legge delega augurandosi soltanto «chiarezza». Poi il presidente del Coni aveva spinto la «sacrosanta» causa del credito d’imposta per le sponsorizzazioni sportive. In serata è arrivata la bozza con la norma in collisione con ciò che accade per il Cio, dove il presidente può svolgere due mandati, ma per complessivi 12 anni (uno di otto e uno di quattro). Nel testo della bozza c’è pure l’incompatibilità con tutti gli incarichi politici.
Tanti argomenti
Nella divisione dei poteri disegnata dal testo, al Coni viene riservata una «pianta organica» che parte dal numero delle persone di cui l’Ente si avvale in questo momento nelle risorse umane di Sport e salute. Nelle regioni, con il ruolo del presidenti territoriali del Coni, nasce un comitato presieduto da un delegato della Regione con rappresentanti Coni, Cip, Miur e Sport e salute. Di tutto si parlerà martedì nel vertice sullo sport della maggioranza di governo. Che si preannuncia piuttosto agitato.
Valerio Piccioni-La Gazzetta dello Sport venerdì 10 luglio 2020