20200715_Gazzetta

Spadafora blinda le elezioni «Al voto entro il 15 marzo»

«Al voto, al voto!». Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, non dice proprio così, ma la lettera che ha inviato al Coni è un invito ad affrettarsi, dopo aver segnalato che la delibera votata il 2 luglio, che prevedeva una finestra da settembre 2020 a fine 2021 per le elezioni di Coni e federazioni, è in contrasto con la normativa vigente. Dietrofront, quindi: si dovrà votare entro il 15 marzo 2021. «Ma se il Parlamento volesse decidere di fare un provvedimento rinviando tutte le elezioni di Coni e federazioni, può farlo», spiega. Nel frattempo, la Federtennis ha indetto le sue per il 12 settembre, con Binaghi che cerca il sesto mandato di fila. «Legittimo indirle — ha detto ieri Spadafora alla Canottieri Roma a margine della presentazione del libro “Una passione lunga un secolo” sui primi 100 anni del Circolo —: ma, come si dice, a pensar male… A volte si attribuisce alla politica la voglia di non lasciar mai la poltrona, ma pure lo sport non scherza, questo senza nulla togliere al buon operato dei presidenti». Spadafora è poi intervenuto sulla differenza, nella bozza del testo, dei limiti per i mandati del Coni (due) e delle federazioni (tre).

Frenata

«Non è detto che resterà così fino alla fine. Anzi, credo che si debba ancora lavorare, non penso sia la stesura definitiva. Questo tempo in più ora, ci consentirà di andare più veloce dopo» ha detto, concedendo più di uno spiraglio per la terza candidatura di Malagò alla presidenza Coni. Nel frattempo, la frenata c’è. Non sappiamo se brusca, ma la fretta di Spadafora non è condivisa dai partiti, in particolare quelli della maggioranza. Vogliono approfondire, studiare, pensare a contromosse per le modifiche che intendono apportare alle 123 pagine del testo. Spadafora intende incontrare tutti singolarmente e ieri ha iniziato la serie dei colloqui ricevendo la delegazione di Leu (Liberi e Uguali). «Sono emersi spunti molto interessanti che saranno approfonditi», le parole del Ministro, che spiega la frenata: «Gli incontri con Italia Viva, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle erano previsti in questi due giorni, ma è stato chiesto più tempo per studiare la bozza». Dopo Leu sarebbe toccato a Italia Viva. Invece, il time-out: «Ma resta ferma la mia intenzione di portare il testo in consiglio dei ministri prima della pausa estiva. Le norme che contiene sono davvero importanti e avranno un effetto positivo su centinaia di migliaia di lavoratori. Non possiamo rischiare di far scadere i termini», dice. Martedì è previsto il dialogo con i 5 Stelle, invece Pd e Italia Viva vorrebbero un vertice di maggioranza e non incontri spezzettati.

Calendario

Va ricordato che si tratta di una legge delega che non ha bisogno di approvazione parlamentare: c’è già stata l’8 agosto 2019. Ma ha bisogno che venga condivisa dal consiglio dei ministri con due passaggi non vincolanti, quello della conferenza stato-regioni e delle commissioni parlamentari competenti. Col rinvio degli incontri, è difficile che il testo possa essere completato per fine luglio. Presumibilmente. andrà in calendario a settembre per poter essere approvato entro ottobre.

Mario Canfora-La Gazzetta dello Sport mercoledì 15 luglio 2020

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