Nubi nere all’orizzonte: a un anno e una settimana dal previsto via dell’Olimpiade di Tokyo (23 luglio-8 agosto 2021), la situazione resta più che mai sospesa. La pandemia di Covid-19 che già ha costretto allo storico posticipo della rassegna di dodici mesi, continua a minacciarne lo svolgimento. La giornata di ieri, in questo senso, non ha portato buone notizie.
Acque molto agitate
Thomas Bach, il presidente del Cio, al termine della riunione dell’Esecutivo che ha fatto da aperitivo al 136° Congresso elettivo in programma domani (per la prima volta si svolgerà in teleconferenza), ha annunciato che la quarta Olimpiade estiva giovanile, prevista a Dakar nel 2022 (22 ottobre-9 novembre), su richiesta del presidente senegalese Macky Sall, slitterà al 2026. La decisione, al di là degli aspetti simbolici – si tratta della possibile prima volta a cinque cerchi nel continente africano – e di quelli pratici – la rassegna, dopo un “buco” di otto anni e già messa in discussione, secondo alcuni rischia l’eutanasia – testimonia di come tutto l’olimpismo, in conseguenza del virus, navighi in acque molto agitate. «Avremmo dovuto organizzare cinque edizioni olimpiche in tre soli anni, tra il 2021 e il 2024 — ha spiegato Bach – e l’impegno, per molti comitati nazionali e numerose federazioni internazionali, in un momento come questo, sarebbe risultato troppo gravoso. Soprattutto economicamente».
Virus, cifre in crescita
A rendere il quadro ancor più a tinte fosche c’è il numero crescente di casi di positività proprio nell’area metropolitana di Tokyo: i 165 di ieri confermano la media di 173 dell’ultima settimana (224 giovedì scorso), mai così alta. Tanto che il livello di allerta è stato portato da 3 a 4 e la governatrice Yuriko Koike, da poco rieletta, ha ufficialmente chiesto maggiore cautela alla popolazione. Nella capitale, dall’inizio della pandemia, i contagi sono 8.189 e i decessi 325. Non bastasse, diversi luminari hanno espresso forti preoccupazioni circa la possibilità che ospitare Olimpiade e Paralimpiade comporterà seri rischi per tutti i residenti. «Se insisteremo nel voler organizzare i Giochi – ha dichiarato il dottor Daiichi Morii dell’ospedale universitario di Osaka – l’infezione non potrà che allargarsi. Non ci sono dubbi». Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Atsuo Hamada, professore al Tokyo Medical University Hospital: «Nemmeno l’eventuale scoperta di un vaccino – ha sostenuto – potrebbe fermare in tempi utili la trasmissione del virus».
Aiuti e quarantena
«Il Cio – ha ribadito Bach – conferma il proprio impegno a favore dell’Olimpiade e sta prendendo in considerazione molteplici scenari affinché possa svolgersi in piena sicurezza. La priorità resta la salute dei partecipanti sulla base delle indicazioni che riceviamo dall’Organizzazione mondiale della sanità, pur nell’incertezza di quale sarà la situazione tra un anno. Pensando a un’edizione frugale, non scartiamo alcuna alternativa. Ma nel rispetto dello spirito olimpico: per questo l’idea di un‘Olimpiade a porte chiuse non è al momento considerata. A differenza di quella relativa a un eventuale periodo di quarantena all’arrivo in Giappone». Nessun riferimento, almeno per ora, all’ipotesi di tagli tali da ridurre il programma agonistico da sedici a dieci giorni, come ventilato mercoledì da Kyodo News. Intanto sono stati stanziati altri 150 milioni di dollari di prestiti a favore di comitati olimpici e di (venti) federazioni da versare in dicembre, in aggiunta ai 37 per i primi e ai 63 per le seconde disposti in giugno, come parte degli 800 complessivamente stabiliti in maggio a supporto dei costi extra dovuti al posticipo. Tra gli aiuti possibili, anche quelli per gli atleti che in questo momento, statunitensi in testa, hanno difficoltà a uscire dai propri confini. La macchina organizzativa, intanto, va avanti. Le gare del fondo di nuoto, originariamente previste al Parco marino di Odaiba, a causa delle diverse maree previste tra dodici mesi, potrebbero venir spostate in un’altra parte della Baia. Mentre il comitato olimpico giapponese – ecco una luce in fondo al tunnel – sostiene che se Tokyo 2020 avrà successo, la candidatura di Sapporo 2030 risulterebbe rinforzata.
Milano-Cortina 2026
A proposito di Giochi invernali: Bach si è detto soddisfatto che il nuovo contratto collettivo permetterà ai giocatori Nhl di partecipare alle prossime due edizioni, Pechino 2022 e Milano-Cortina 2026. «So che arriveranno richieste specifiche – ha ammesso il n.1 del Cio – ma l’importante è che le porte si siano riaperte».
Andrea Buongiovanni-La Gazzetta dello Sport-giovedì 16 luglio 2020