Tamberi, addio Fiamme Gialle: «Spicco il volo»

Gianmarco Tamberi, dopo quasi dieci anni, lascia le Fiamme Gialle, il club nel quale è diventato grande. «Dopo averci riflettuto a lungo e nel rispetto di un rapporto franco e leale con la Guardia di Finanza e col gruppo sportivo – dice il primatista italiano di salto in alto – sono arrivato alla conclusione che è il momento di provare a spiccare il volo al di fuori del posto dove sono cresciuto». E pensare che non più tardi di un mese fa, in occasione del 246° compleanno dell’ente, aveva ricordato: «Mi lusinga far parte di questa lunghissima storia. È grazie al gruppo sportivo se, come tanti a un bivio dopo le scuole superiori, ho continuato a fare sport di vertice. Avevo finito il liceo scientifico, era l’estate 2011, avevo 18 anni: due mesi dopo sono stato arruolato…». L’addio non pare traumatico. «Un atleta che voglia eccellere – continua il 28enne anconetano – ha bisogno di condizioni ideali e le Fiamme Gialle sono state per me l’unico sostegno per anni. Siamo arrivati insieme, mano nella mano, a traguardi sportivi importanti e sono orgoglioso di averne vestito i colori. Con il tempo le cose cambiano, ma comunque resterò sempre grato per come mi hanno accompagnato nella carriera».

Le motivazioni

In realtà qualcosa s’è rotto. Come ben aveva capito chi, sabato 4 luglio, era al meeting di Rieti. In pedana, dopo la gara (chiusa a 2.25), tra l’azzurro e i dirigenti del club c’era stata un’accesa discussione. Motivo del contendere? Il fatto che Gimbo, come probabilmente già in altre occasioni, non avesse saltato indossando la maglia gialloverde. Questioni di sponsor, insomma. Un po’ come accaduto nel novembre scorso tra l’iridata del nuoto Simona Quadarella e i Vigili del Fuoco. «Ora è il momento di guardarsi intorno e capire con chi proseguire questo cammino. Road to Tokyo 2021 non è solo uno slogan» chiude Tamberi. Il quale, almeno fino al 31 dicembre, tornerà a rappresentare l’Atletica Vomano, come nel 2010 e 2011. Il primo appuntamento? Il 16 agosto in Germania, a Leverkusen.

Andrea Buongiovanni-La Gazzetta dello Sport mercoledì 22 luglio 2020

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