20200723_Gazzetta

Qualche suggerimento per la ripartenza

Il campionato più lungo è diventato il più corto. Scatta la stagione più strana di sempre negli Usa, dove il baseball è tradizione, religione: non solo lo sport nazionale. Che passatempo sarà, in piena pandemia, se persino i classificatori delle partite dovranno decidere le giocate – è una battuta valida o un errore? – dal salotto di casa, in remoto? Il primo lancio della partita più attesa lo effettuerà l’uomo più popolare del momento dopo il presidente Donald Trump, l’immunologo Anthony Fauci, nato a Brooklyn da genitori di Sciacca, tifoso dei campioni uscenti di Washington, che stasera debutteranno contro i NY Yankees del neo lanciatore Cole, Stanton e Judge. E favoriti con LA Dodgers (2 finali in 3 anni, Betts in più) ed Angels (preso Rendon). Il medico d’America, che da ragazzo giocava a baseball, salirà sul monte con la stessa mascherina con cui si era presentato al Congresso per parlare dei 140.000 morti da covid: quella dei Nationals. «Il Dr. Fauci è stato un vero campione durante la pandemia – spiega una nota – e per tutta la sua illustre carriera. È giusto onorarlo nell’avvio della stagione da campioni. Fauci è un super fan e siamo elettrizzati per il suo sì».

Precauzioni

Il tasso di giocatori positivi, su 10.548 test effettuati, è stato dello 0.05% anche se gli esperti come l’epidemiologo Zach Binney, sostengono che «il piano della Mlb funzionerebbe benissimo in Germania, Sud Corea, Vietnam o Nuova Zelanda ma ho seri dubbi che funzionerà qui». La Mlb sosterrà i costi di 10.000 test settimanali: finora sono stati 81 i giocatori col virus. Nel protocollo-sicurezza di 113 pagine sono contenute le restrizioni, tra cui i test ogni 48 ore dei giocatori, mascherine di rigore, distanza di sicurezza persino nelle proteste, isolamento tra hotel e stadio. Non si potranno masticare tabacco e semi di girasole, bisognerà distanziarsi in tribuna, dove compariranno le sagome di cartone, diventate quasi un business negli stadi desolatamente vuoti: priorità agli abbonati, al costo di 200 dollari. Una squadra per muoversi necessita di 5 bus. Almeno dieci assi hanno deciso di rinunciare: come Ryan Zimmerman, Davide Price, Nick Markakis o Buster Posey. Il primo, star di Washington preferisce restare «a casa al sicuro, con una moglie incinta e 4 figli che mi fanno molte domande su cosa succede nel mondo». Il ricevitore di San Francisco ha adottato due gemelle e intende godersele.

Niente Canada

Intanto Toronto non ha ancora uno stadio per le partite interne: il governo canadese ha detto no all’ingresso dagli Usa. Per evitare che i suggerimenti vengano intercettati dai rivali, saranno attivati effetti sonori. Ogni lanciatore dovrà affrontare almeno 3 battitori, e anche nella National League, al box andrà il «designato». Per evitare che le partite si protraggano a lungo, dal 10° inning si proseguirà con un corridore in 2a base. Per limitare gli spostamenti lunghi, ogni squadra affronterà le rivali della propria Division, e le equivalenti dell’altra Lega. In una stagione che potrebbe sovvertire i pronostici e ha visto il cambio di 8 manager su 30, chi potrà evitare i fischi sono gli Houston Astros, accusati di aver barato con i segnali proibiti nel trionfo del 2017. Cleveland e Atlanta affrontano le proteste razziali: gli Indians di Francona hanno incontrato i proprietari per cambiare il nome della franchigia, i Braves hanno già sostituito l’urlo ispirato agli indiani.

Stefano Arcobelli-La Gazzetta dello Sport giovedì 23 luglio 2020

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