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Il Winter Camp di mamma Kim

Ci sono persone che sono così fortemente straordinarie che descriverle a parole è molto difficile. E allora ti limiti ad osservarle da lontano, immaginando un possibile dialogo con loro.

Durante questo Winter Camp tanti sono i volti che si sono susseguiti, ma ce n’è uno che è davvero speciale. Classe 1991, olandese, mamma da pochi mesi e in corsa per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 24: Kim Polling non ha bisogno certo di presentazioni.

L’essere madre e atleta di alto livello non è certamente un connubio facile da far funzionare, eppure la determinazione può portare a risultati strabilianti. Meno di un mese fa, Kim è tornata sul tatami di gara dopo più di un anno e mezzo di stop.
E non l’ha fatto in una competizione qualsiasi, ma ai Masters di Gerusalemme, portando a casa un grandioso quinto posto.
Aurora, la figlia avuta dal compagno Andrea Regis aveva poco meno di sette mesi.

E così l’abbiamo trovata poi in questi giorni sul tatami di Lignano, al Winter Camp, pronta a mettersi in gioco con tutti, accompagnata anche dalla sua piccola che la guarda con occhi sognanti.

“Dal momento in cui è nata Aurora, è una cosa naturale per me dover gestire la mia vita come atleta con lei. – racconta Kim – I primi mesi ho fatto gli allenamenti a casa anche perché lei era piccola e dovevo ancora allattarla. A cinque settimane dal parto ho ripreso a fare judo e i genitori di Andrea [Regis ndr] che sono totalmente innamorati di loro nipote si prendevano cura di lei nel mentre, dato che vivono molto vicino a noi. Quando sono sul tatami devo essere concentrata al 100% e in quel frangente non posso interrompere quello che sto facendo per dedicarmi a lei. ”

Quali sono le cose che ti danno continuamente forza e stimoli nella vita di tutti i giorni?
“Andrea è il mio più grande supporto. Noi avevamo deciso l’anno scorso di mettere su famiglia e personalmente avevo deciso di smettere dopo le Olimpiadi perché non avevo mai pensato di poter essere atleta e mamma contemporaneamente. Mi preoccupava l’idea delle trasferte, di come avrei potuto gestire un figlio in tal senso, ma è stato proprio Andrea a dirmi che in quelle occasioni si sarebbe preso lui cura della nostra famiglia. Lui mi dona forza e stimoli. Poi anche quando sono in palestra e vedo che mia figlia mi guarda, è come se sentissi una forza nuova che mi spinge a dare sempre di più.”

Com’è cambiata la tua vita negli ultimi mesi?
“Se mi guardo, penso che non sia cambiato niente, ma quando poi mi fermo a pensarci mi rendo conto che non è così. Sono mamma ed è cambiato tutto. Prima potevo essere più egoista, mentre ora non me lo posso più permettere. Basti pensare al mio peso: prima non mi importava se in pre-gara pesavo 74-75kg e dovevo fare un calo peso intenso, essendo anche soggetta poi a bruschi malumori che in certi momenti sfogavo sul mio compagno. Durante la gravidanza ho capito che non avrei potuto fare così con mia figlia, quindi ora sto controllando molto meglio questo aspetto. Anche nell’organizzazione per le gare è diverso e in qualche modo devo ancora trovare la mia strada. Ora fino a poco prima della competizione sono mamma e tipo ora che si avvicina Parigi e anche Andrea ed Aurora verranno con me, so che non posso vedere mia figlia il giorno prima di salire sul tatami perché altrimenti poi sarei “troppo dolce” con le avversarie.”

Cosa pensi delle sfide quotidiane che affronti, nell’essere madre, compagna e atleta di altissimo livello?
“Non le sento come vere e proprie sfide, siamo davvero fortunati con la nostra bambina. Come ho detto siamo insieme quasi 24/7, a parte quando sono impegnata negli allenamenti di judo, lei poi è bravissima e già a sette mesi dormiva e mangiava tranquillamente. Poi con Andrea credo che stiamo facendo un buon lavoro, l’elemento fondamentale è continuare a comunicare continuamente. D’altra parte anche per lui l’esperienza essere genitore è nuovo.”

Raccontaci il tuo Winter Camp.
“Mi piace davvero tanto il Winter Camp, questa era la mia terza volta a Lignano e adoro che ci sia tanta gente con cui potersi allenare. È davvero un bel modo di iniziare l’anno. Questa volta poi è stato ancora più speciale perché l’ho condiviso con Aurora e Andrea e sarà bello pensare tra qualche anno di poterle dire “ci siamo stati tutti insieme”.

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