Judo-Winter-Camp-2025-day-2

Le quattro stagioni del Winter Camp – Giorno 2

Primavera. Una brezza leggera di judogi danzanti inizia a soffiare leggiadra sul tatami di prima mattina.
Due coach ad aprire la giornata degli atleti U15: Petra Nareks e Jenny Gal, energia e raziocinio, combinate in una miscela esplosiva.

Cambio turno, U18. Il tempo è scandito ora da Fabio Basile e Francesco Bruyere. Due cerchi enormi sbocciano sulle due ali dell’immenso tatami come fiori da centinaia di petali.
Il focus della lezione è puntato sul modo più efficace per rovesciare una situazione in partenza sfavorevole in maniera da farne un’arma vincente, qualità essenziale nel judo – e nella vita!

Si cambia ancora: a invadere il tatami del Bella Italia&EFA Village di Lignano sono Juniores e Seniores. Il coach Fabio Barni riscalda l’ambiente a ritmo di uchi komi e proiezioni: è il risveglio dei guerrieri! Segue immediato il randori: è un’“anda e rianda” di corpi in movimento, che tornano in materassina come rondini migranti.

Il pomeriggio inizia sui toni di un acceso kumikata: le mani si muovono come tante farfalle. Tante macchioline colorate schizzano ovunque, compongono forme, si rimescolano. Tutto è colore, caos, emozione, connessione.

Sul tatami Fabio Basile dà indicazioni circa il suo modo di interpretare l’o uchi gari ripercorrendo episodi della sua esperienza agonistica e specularmente Petra Nareks propone il suo ko uchi gari. Complementari e simmetrici, sia nei gruppi maschili che femminili, una coppia ogni volta diversa viene invitata a dimostrare quanto appena provato e viene incoraggiata dall’applauso di tutti i compagni di materassina.

Ripartono i randori. Tra le quattro chiacchiere che capita di scambiare a bordo tatami, colpisce l’opinione di Shunsuke Mukai, coach del Rijeka Klub (Croazia) su cosa contraddistingua un buon randori.

Stare troppo in difesa impedisce all’altro di attaccare; ma attaccare continuamente, secondo me, è altrettanto sbagliato, perché spesso porta a falsi attacchi e non permette di costruire il kuzushi per portare una tecnica efficace. Trovare il momento giusto è fondamentale: darsi il tempo per sentire l’altro, il suo corpo, il suo ritmo, leggere tra le righe le sue intenzioni.

Il randori dovrebbe essere un momento di gioco, scambio, adattamento –dice il M° Ezio Gamba- Se rimango rigido, non do la possibilità all’altro di entrare, ma mi precludo anch’io delle opportunità. Devo sentire il tempo, trovare il modo di chiudere gli spazi e cogliere le occasioni giuste. Nel randori a terra, per forza di cose, il contatto è da subito più stringente e porta uno dei due a guidare l’altro; ma in quello in piedi, il divertimento sta proprio nel gioco che si crea quando ci si lascia andare e non si appoggiano sovrastrutture inutili sull’altro.

Ore 18.15: dopo tante foto, è il momento per uno scatto di tutto il popolo del judo che sta animando il Camp. Tempo di un clic, il sorriso scaturisce dal cuore. Ultimo turno per oggi, è l’ora della cena dedicata ai Capi delegazione, mentre, poco distante, a breve infurierà il party per gli U21.

L’estate è alle porte, si va a dormire a cuor leggero.

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