Sabato scorso, il primo febbraio, se n’è andato Renzo Giusti. Aveva novant’anni e da qualche tempo era ammalato. Il Dlf Yama Arashi Udine, nell’esprimere le condoglianze più sentite ai suoi cari, desidera far conoscere ai suoi associati ed agli appassionati che ci seguono la figura, sia pure in grande sintesi, di un grand’uomo di judo, oltre che una bella persona, colta, educata, corretta e leale.
Renzo Pilade Giusti, nasce a Prato (Fi) il 7 settembre 1934 ed inizia a praticare Judo all’età di circa 20 anni ed assieme a 11 soci fonda negli anni 50 il Kodokan Prato.
In seguito ai successi sportivi che ottiene, il Presidente dell’allora Federazione Italiana Atletica Pesante Augusto Ceracchini (proprio nel periodo in cui la denominazione cambia in FILPJ), gli affida la Direzione Tecnica della Nazionale Speranze, prima la maschile e poi anche quella femminile.
Sono i primi anni 70 e fra gli atleti che seleziona ce n’è più d’uno che avrebbe poi lasciato il segno nei medaglieri europei, mondiali ed olimpici.
Dopo alcuni anni e numerosi successi sportivi, Renzo Giusti lascia l’incarico e ritorna a dedicarsi completamente al Kodokan Prato ed ai suoi atleti che gli regaleranno innumerevoli soddisfazioni.
Nel 2010 la federazione, che ormai dal 2000 è diventata FIJLKAM, gli conferisce il 7° Dan per meriti sportivi. Ha insegnato fino al 2016.
Oltre al Judo ha praticato pugilato, cultura fisica, scherma, Giudice di gara F.I.S.I., Istruttore Bagnini brevettato a Livorno, Istruttore difesa personale. Ha avuto il porto d’armi. Agente di commercio di materie prime tessili pregiate e macchinari tessili e Agente della Borsa Diamanti Italia. Ha scritto 14 libri sullo sport, gialli e narrativa. Parlava Inglese, Francese e Rumeno (perfettamente) e un po’ di spagnolo. Ha fatto 11 volte il giro del mondo e visitato i 2/3 dei paesi del globo. Si è sposato due volte. Ha avuto tre figli: Laura, Marco e Lorenzo.
