Il 26 Febbraio ci siamo incontrati con i nostri partner per una riunione introduttiva presso il nostro Dojo a Udine. La Federazione di Judo Slovena (SJF), rappresentata dal suo responsabile per il safeguarding Aljaž Sedej e l’Associazione Sportiva Universitaria di Maribor (USAM), rappresentata dal suo manager Marjan Pučnik si trovavano in presenza; mentre i due rappresentanti della Federazione Finlandese di Judo, Katri Forssell e Otto Favén, si trovavano collegati online. Per motivi di distanza infatti l’incontro è stato tenuto in doppia modalità; online e in presenza.
Il progetto “Judo SafeGuarding: coltivare un ambiente sicuro per i giovani atleti”, è stato avviato dal nostro club come coordinatore e che ha come obiettivo aumentare le pratiche di safeguarding nel judo in tutta Europa.
La giornata è iniziata con la presentazione di Milena Lovato, responsabile del progetto per il nostro club, che ha illustrato le tappe e gli obiettivi del lavoro dei prossimi mesi. Il progetto è nato dalla percezione di una mancanza per quanto riguarda policies di safeguarding nel nostro sport. Il fine è quello di collaborare e introdurre il progetto a genitori, insegnanti e giovani atleti. Il progetto produrrà dei materiali specifici su come applicare programmi di safeguarding nel judo, creerà delle Risorse Educative Aperte (REA) e un programmerà una serie di workshop con gli insegnanti. Gli obiettivi sono divisi in breve, medio e lungo termine. Gli obiettivi di breve termine riguardano lo sviluppo di materiali educativi sul safeguarding da distribuire durante dei workshop pilota che si terranno all’interno dei Dojo partner al progetto; gli obiettivi a medio termine si riferiscono allo sviluppo e all’adozione di policies locali e nazionali sl safeguarding; infine, gli obiettivi a lungo termine mirano a espandere le piattaforme di REA, creare concrete raccomandazioni e replicare il frutto del nostro progetto nell’ambito di altri sport.
Il lavoro è stato diviso tra le organizzazioni partner.
La Federazione di Judo Slovena, responsabile del Work Package 1 (che riguarda i concetti e la ricerca) e il Work Package 3 (sull’implementazione e test di quanto sviluppato), ha presentato per prima il suo lavoro.
La SJF ha descritto come la ricerca verrà condotta, ossia attraverso un’analisi esemplificativa dei bisogni degli atleti, una raccolta dati, una revisione delle politiche e orientamenti di riferimento.
Le domande per una ricerca funzionale si sviluppano intorno alla consapevolezza attuale, alle barriere per la sua attuazione, alle buone prassi già presenti in altri sport, alle risorse attuali e alle loro lacune e alle esigenze specifiche dei nostri gruppi di riferimento. Lo studio sarà condotto con un approccio multi-metodo, attraverso una revisione della letteratura e delle politiche, sondaggi e questionari, interviste e gruppi di discussione e studi di casi. Il nostro gruppo di lavoro è al tempo stesso consapevole delle difficoltà che questa ricerca dovrà affrontare, come ad esempio le barriere linguistiche, l’impegno dei partecipanti, la coerenza dei dati e il fatto che l’argomento trattato sia molto sensibile.
La SJF ha continuato presentando l’implementazione e il test della nostra ricerca e dei nostri sviluppi in nel contesto del mondo reale. Gli obiettivi di questa fase sono molteplici: sviluppare materiali di formazione di prova attraverso workshop con i coach, creare una piattaforma REA accessibile, coinvolgere le parti interessate (genitori e allenatori) e raccogliere feedback per migliorare il materiale in vista della sua diffusione finale. Al fine di aumentare la motivazione alla partecipazione e l’efficacia del progetto, la SJF ha suggerito un sistema di premiazione per gli istruttori di judo e i genitori che completano la formazione di salvaguardia, ad esempio ricevendo un certificato ufficiale o dei distintivi online. Il feedback sarà molto importante per la creazione del miglior risultato/opuscolo possibile.
A seguire, l’Associazione Sportiva Universitaria di Maribor, ha presentato il suo lavoro per il Work Package 4 (inclusione e branding) e il Work Package 5 (disseminazione e impatto). L’USAM ha iniziato la sua presentazione sottolineando l’importanza dell’inclusione. Garantire un accesso equo a tutti è fondamentale affinché allenatori, genitori e giovani atleti possano partecipare pienamente alle attività del progetto e operare in un ambiente di apprendimento sicuro. Il progetto promuove una politica di tolleranza zero verso qualsiasi forma di discriminazione e si propone di coinvolgere gruppi sottorappresentati attraverso un linguaggio chiaro e approcci culturalmente sensibili. A tal fine, la disseminazione includerà testi di facile lettura, procedure di navigazione online intuitive, risorse multi-linguistiche e compatibilità con le tecnologie assistive.
L’USAM ha inoltre evidenziato l’importanza di conferire un’identità chiara e riconoscibile al JudoSafeGuard, attraverso una comunicazione coerente, l’estensione della durata del progetto nel tempo e un’identità visiva distintiva, supportata dall’uso di hashtag ufficiali. La disseminazione avverrà tramite piattaforme social, il sito web del progetto e la piattaforma REA, con la collaborazione delle Federazioni di Judo e il coinvolgimento di ambasciatori e influencer. I materiali di supporto includeranno poster e volantini (distribuiti nei club di judo e durante le competizioni), manuali di formazione scaricabili e brevi video informativi. Particolare attenzione sarà dedicata alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo di materiali eco-friendly per la distribuzione dei contenuti.
Successivamente, Marjan Pučnik ha illustrato l’importanza della disseminazione per raggiungere il pubblico di rifermento per il progetto, garantire un impatto duraturo di esso, promuovere le migliori pratiche nella comunità del judo e diffondere i valori del programma Erasmus+. Il principale punto di riferimento informativo sarà il sito web del progetto, mentre aggiornamenti settimanali verranno pubblicati sui social media attraverso l’uso di ambasciatori, la divulgazione di storie, attività dei workshop e contenuti educativi. Inoltre, verranno realizzate attività di disseminazione offline tramite workshop e la distribuzione di volantini e brochure stampate.
L’incontro si è concluso con un richiamo ai destinatari principali del progetto: giovani atleti e adulti vulnerabili nel contesto del judo. Gli obiettivi principali del progetto sono: creare un ambiente sportivo sicuro in cui il judo possa essere praticato in un contesto protetto e di supporto, garantire una formazione e un’educazione di alta qualità sulla tutela e sicurezza nello sport, e promuovere l’inclusione, rendendo il tema del safeguarding accessibile a tutti gli stakeholder del judo.
Infine, il gruppo ha concordato la data del prossimo incontro online, previsto per il mese successivo, e le attività da svolgere, tra cui l’avvio della ricerca.
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English
On the 26th of February we met for a kick-off meeting at our Dojo in Udine with our partners: Slovenian Judo Federation (represented by its responsible for safeguarding, Aljaž Sedej), the University Sport Association Maribor (represented by its manager Marjan Pučnik) and the Finnish Judo Association (represented by Katri Forssell and Otto Favén). The meeting was held in dual mode: Slovenian and Italian partners were present in the Manlio Benedetti room in Udine, while the Finnish colleges were connected online.
The project “Judo SafeGuarding: Cultivating a secure environment for young athletes” was firstly started by our club who is the main director of the project which has the aim of enhancing safeguarding practices in Judo across Europe.
The day started with the presentation by Milena Lovato on the general description of the work that is going to take place in the following months. The idea for the project started from the realization that there is a lack of communal safeguarding policies in the environment of our sport. We are willing to introduce the project and collaborate with parents, athletes and coaches. The aim of the project is to create judo-specific safeguarding materials, develop an Open Educational Resource (OER) and program workshops with coaches. The terms of the project are decided as follows: a short-term objective is the development of safeguarding training materials to implement via pilot workshops in the different dojos of the partners; medium-term objective is the development of local and national policies for safeguarding and their adoption; lastly, long-term aims are to expand the OER platform, create policy recommendation and replicate the model for other sports.
The work has been divided between the partner organizations.
The Slovenian Judo Federation, responsible for Work Package 1 (concept and research) and Work Package 3 (implementation and testing) presented their ideas first.
The SJF described how the research is going to be conducted: through comprehensive needs analysis, data gathering, policy review and baseline Guidelines. The research questions develop around the current awareness, the implementation barriers, best practices from other sports, current resources and their gaps and specific needs of our target groups. The study is going to be conducted with a multi-method approach, through literature and policy review, surveys and questionnaires, interviews and focus groups and case studies. The work group is also aware of the difficulties this research is going to face like for example language barriers, participant engagement, data consistency and the fact that the topic treated is a very sensitive one.
The SJF continued presenting the implantation and testing of our research and developments into a real-world application and evaluation. The objectives of this phase are multiple: develop pilot and test training materials through workshops with coaches, launch an accessible OER platform, engage stakeholders, parents and coaches, and collect feedback to improve the material for the final dissemination. In order to increase motivation in participation and effectiveness of the project, the SJF suggested an awarding system for judo coaches and parents that complete safeguarding training, for example receiving an official certificate or badges. Feedback will be very important for the creation of the best possible outcome/booklet.
Then, the University Sport Association Maribor presented their work for the Work Package 4 (inclusion and branding) and Work Package 5 (dissemination and impact).
The USAM started by explaining why inclusion matters. In the case of safeguarding equal access for all is important so coaches, parents and young athletes can fully engage with the project activities and work in a safe learning environment. The project encourages a zero-tolerance policy toward discrimination and wants to address underrepresented groups with a clear language and culturally sensitive approaches. For this reason the dissemination will include easy-to-read texts, simple navigation procedures, multilingual resources and assistive technology compatibility.
The USAM highlighted the importance of giving a personal identity for JudoSafeGuard through consistent messaging, expanding the lifespan of the project, a visually recognizable identity and consistent project Hashtags. The dissemination will take place on social media platforms, project websites and OER platform, with the collaboration of Judo Federations and the use of ambassadors and influencers. The materials used will be: posters and flyers (in judo club and competitions), training handbooks (will be available for downloading) and short video clips. The partner emphasized the importance of eco-friendly and sustainable materials distribution.
Marjan Pučnik continued by presenting the importance of dissemination to reach the right audience, guarantee a lasting impact for the project, adopt best practices in the judo community and share between the parties Erasmus+ values. The central information hub will be the Website, while weekly updates will be presented on social media (through the use of ambassadors, stories, workshop activities and educational contents). There will also be offline dissemination work through workshops and printed flyers and brochures.
The meeting ended with the reminder of the addresses of our project that are young athletes and vulnerable adults in the judo environment. The aims of the projects are to create a safe sport climate where judo is practiced in a safe and supporting setting, reaching high-quality safeguarding training and education and finally inclusion, making safeguarding accessible to all judo stakeholders.
The groups decided the date of the next online meeting for the coming month and the work they are going to do, which is the research activity.