Budapest, 1 settembre 2017. Un settimo posto, quello conquistato da Assunta Galeone nel campionato del mondo a Budapest, che vale un’intera carriera. Perché si tratta di un risultato importante e soprattutto perché è maturato con una condotta di gara semplicemente ‘speciale’. Dall’incontro di apertura, con la sudcoreana Park Yujin, in quello successivo con la numero uno del ranking mondiale, Guusje Steehuis, ma anche nei due incontri in cui Assunta Galeone è stata sconfitta, con Marhinde Verkerk e con Kaliema Antomarchi, la 31enne napoletana ha messo in gioco attenzione e continuità al limite della perfezione. “Di gare buone, Susi ne ha fatte tante – ha detto il coach Dario Romano – ma quella di oggi, forse, le ha superate tutte. Non ha mai staccato, nè ha mai mollato niente ed arrivata a gestire situazioni critiche con una lucidità speciale. La migliore gara di sempre? Forse sì, ma anche se non si tratta di una medaglia, il settimo posto al mondiale per lei è il migliore risultato della carriera”. Con il settimo posto di Assunta Galeone si è concluso il mondiale della squadra azzurra e se la medaglia d’argento di Matteo Marconcini ha il dolce sapore di un’impresa, tutte le gare degli azzurri hanno lasciato sostanzialmente qualche problema da risolvere assieme a tante certezze. E se agli interrogativi si continuerà a cercare le risposte giuste, sulle certezze si sta costruendo il futuro. Una curiosità in questa quinta giornata. È difficile, ma può succedere. È accaduto alla georgiana Nino Odzelashvili, nell’ultimo incontro del primo round nel tabellone dei 70 kg. La nigeriana Winnie Gofit è l’avversaria e la differenza di livello appare evidente. Un waza ari lo conferma fin dalle prime battute. Poi, prima dell’hajimè, l’arbitro vede qualcosa che luccica, è una catenina ed è attorno al collo della gerogiana. Hansokumake! Il mondiale di Nino Odzelashvili finisce così. Quello di Winnie Gofit finisce al turno successivo, ma può capitare anche di vincere o perdere così. Ricordarlo è banale, ma importante. Nemanja Majdov invece ha 21 anni e ha vinto la medaglia d’oro per la Serbia nei 90 kg, superando in finale lo sloveno Mihael Zgank, anni 23. La curiosità sta nel fatto che Majdov è nato e vive in Bosnia, anche se è judoka per la Serbia. Dov’è il numero 2 dopo Aleksandar Kukolj. Almeno così è stato fino ad oggi. Maria Perez, seconda nei 70 kg, ha conquistato la prima medaglia ai mondiali per Portorico, mentre Mayra Aguiar è salita per la seconda volta sul tetto del mondo nei 78 kg ed è stata la quinta volta che è salita sul podio del campionato del mondo, esattamente come la colombiana Yuri Alvear, che ha aggiunto il bronzo nei 70 kg alla precedente collezione costituita da tre medaglie d’oro ed una di bronzo. Sabato è la giornata di Teddy Riner, scusate, dei +100 kg e poi 100 e +78 kg.
70
1) Chizuru Arai (JPN)
2) Maria Perez (PUR)
3) Yuri Alvear (COL)
3) Maria Bernabeu (ESP)
78
1) Mayra Aguiar (BRA)
2) Mami Umeki (JPN)
3) Kaliema Antomarchi (CUB)
3) Natalie Powell (GBR)
90
1) Nemanja Majdov (SRB)
2) Mihael Zgank (SLO)
3) Gwak Donghan (KOR)
3) Ushangi Margiani (GEO)
Bruno ed Alice sul podio a Roncadelle
Buona prova per gli Yama-Esordienti che, nel Trofeo Italia disputato sabato e domenica a Roncadelle, hanno riportato un primo posto con Bruno de Denaro, un