Campionesse dottoresse

Ma allora si può. Quindi conciliare studi e sport di vertice è possibile. Lo dimostrano (anche) Elena Vallortigara, Irene Siragusa e Valentina Trapletti. Le tre azzurre – da ultimo compagne in agosto agli Europei di Berlino – negli scorsi giorni si sono tutte laureate. Con tempi un po’ lunghi rispetto a universitari modello. Un po’ fuori corso. Ma con pieno merito e grande soddisfazione. Campionesse e dottoresse.
IL TERZETTO Elena, in estate volata a 2.02 in alto dopo otto anni di buio per via di un’infinità di infortuni, si è laureata in Scienze e tecniche psicologiche all’E-Campus di Novedrate, in provincia di Como. Irene, in giugno cresciuta fino a 11”21 sui 100, seconda donna italiana di sempre alle spalle di Manuela Levorato, con tanto di lode in Competenze testuali per la promozione turistica all’università per stranieri di Siena (laurea magistrale). Valentina, nella rassegna continentale tedesca di quattro mesi fa nona nella 20 km di marcia infrangendo per la prima volta il muro dell’ora e trenta (1h29’57”), in Scienze del turismo, a Milano-Bicocca, vestendo persino la tuta della Nazionale. Allenamenti e libri, raduni ed esami. Sì, si può fare.
LA TESI «Per scrivere la tesi – racconta per tutte la Vallortigara – negli ultimi mesi ho fatto spesso le due di notte. La ricerca del materiale per la tesi è stata complicata. E, tra continui viaggi, mi sono ritrovata anche a scrivere in treno. Ma alla fine il professore che mi ha seguito mi ha scritto una mail di congratulazioni. E poi sono felice, perché ho abbinato la mia attività di atleta a quella di studentessa. Il titolo della tesi, infatti, è “La motivazione intrinseca nell’atleta di elite: uno strumento per la gestione dello stress nella specialità del salto in alto”». Più di così… «Il tutto – dice la vicentina trapiantata a Siena –, come ogni cosa che ho raggiunto nella mia vita, è stato reso possibile dai miei genitori. Laurearmi è stati uno dei miei obiettivi da quando ho finito il liceo, ma non è stato semplice trovare il modo per realizzarlo. I miei tanti spostamenti mi hanno limitata molto, ma è buffo che possa associare quasi ogni esame dei primi due anni a un luogo diversi in cui ho studiato. Spero che questo “98” sia di buon auspicio per la media dei miei salti nel 2009…». Intanto l’iscrizione alla magistrale è già realtà.
Andrea Buongiovanni – La Gazzetta Sportiva, 16 dicembre 2018

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