Anche Basile, Giuffrida e Chamizo fra i 69 olimpici che hanno scritto alla sindaca di Roma

«Cara Sindaca, abbiamo appena concluso una fantastica edizione dei Giochi Olimpici a Rio e torniamo a casa con un risultato sportivo di immagine e di medaglie che hanno esaltato e commosso gli italiani. Ci siamo fatti onore, abbiamo sofferto e gioito, vinto e talvolta perso, ma sicuramente abbiamo regalato all’Italia quelle emozioni forti che solo un’Olimpiade sa offrire. Sappiamo che manca poco tempo al termine per la sua accettazione alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. Chi come noi ha avuto la possibilità di vivere quelli di Rio è convinto che riportare i Giochi nel nostro Paese darebbe alle nuove generazioni l’ottimismo per credere in un futuro migliore. Lei può dare un impulso decisivo. Le chiediamo di non far mancare il suo sostegno alla candidatura di Roma. Se giochiamo insieme, nessuna partita potrà mai essere persa. Uniti si vince, lo ha dimostrato Lei diventando Sindaco, lo abbiamo dimostrato noi vincendo a Rio. Siamo certi che Lei condivide questi sentimenti. Non chiuda la porta di fronte ad un’occasione irripetibile. Roma è la nostra Capitale e tutti noi siamo al suo fianco nelle battaglie che Lei sta conducendo per riportarla agli antichi splendori. Saremo felici di poter gareggiare ora, insieme, per conquistare un sogno, una speranza: Roma 2024. Un abbraccio sportivo».

«Roma 2024, è l’ora di dire no»
 Grillo e Di Battista in pressing sulla Raggi. Il Campidoglio pronto a staccare la spina?
Renzi: «Paura del futuro». In Giunta non solo voci contrarie. Appello per il sì dei medagliati
di VALERIO PICCIONI
Poche, pochissime speranze. Roma 2024 è ormai appesa a un filo. La «tregua» paralimpica è di fatto saltata sotto i colpi dei vertici dei 5 Stelle. Fra falchi, prima di tutto il lanciatissimo Alessandro Di Battista, e le ormai ex colombe, il politicamente acciaccato Luigi Di Maio, sembra non esserci più differenza: manca solo che il «vaffa» di Beppe Grillo arrivi diretto alla candidatura. Ieri pomeriggio, un flash dell’Ansa ha citato «fonti qualificate» del Campidoglio, secondo le quali il no sarebbe ormai imminente, magari da formalizzare con una conferenza stampa la prossima settimana o dopo le Paralimpiadi. Addirittura altre indiscrezioni in serata parlavano di un nuovo affondo di Beppe Grillo: basta indugi, avrebbe detto alla Raggi, questo no diciamolo presto, anzi subito. «Un no che farà tremare il potere», aggiunge Di Battista. Una prospettiva che fa infuriare il Coni: «Impossibile. E paradossale. La sindaca Raggi ha sempre detto che avrebbe prima incontrato Malagò e Pancalli e finora, nonostante una richiesta formale scritta, non è stato fissato alcun incontro». Insomma, secondo il Foro Italico, la partita non è finita. Pure per Matteo Renzi: «Non penso che Roma possa permettersi di dire no, le periferie hanno bisogno di investimenti. Se qualcuno ruba devi arrestare il ladro, non bloccare i grandi eventi. Siamo pronti a dare una mano».
LONDRA E LE SCUOLE Di certo, ora l’unica speranza di sopravvivenza è legata proprio alla Sindaca, quella dell’«Olimpiade non è una priorità». Sindaca che potrebbe avere la capacità di spiazzare i vari direttori (quello romano si è già autosciolto), magari di fronte a un dossier completamente rinnovato? Difficile o proprio impossibile? Comunque non è un caso che l’appello diffuso ieri, firmato da 68 dei 69 medagliati di Rio, sia diretto proprio a lei, Virginia Raggi: «Non chiuda la porta di fronte a un’occasione irripetibile». E che Niccolò Campriani abbia voluto aggiungere una sua riflessione personale, basata in particolare sui risultati di Londra 2012, «che è stata soprattutto il veicolo per portare lo sport nelle scuole primarie e secondarie inglesi».
E POI IN GIUNTA… Fra l’altro nella giunta comunale, dove non ci sarà l’ingresso del magistrato Raffaele De Dominicis al Bilancio (indagato per abuso d’ufficio, lui parla di complotto), il partito del no all’Olimpiade non è poi così forte. E c’è anche un problema «tecnico»: quale atto burocratico o politico è necessario per far cadere la candidatura? Candidatura di cui si discuterà martedì con la Raggi anche nella commissione cultura e sport al Senato. Chi non ha dubbi sul no, è invece il premio Nobel Dario Fo, storicamente vicino ai 5 Stelle: «Le Olimpiadi rischiano di portare affari sporchi a Roma».
VICOLO CIECO Ma c’è uno spazio ancora per discutere? L’incontro Raggi-Malagò dovrebbe svolgersi dopo la Paralimpiade, il guaio è che l’ordine del giorno è vuoto. Da una parte ci sono i 5 Stelle: il dossier non va bene. Dall’altra, Coni e Comitato che dicono: suggeriteci come cambiarlo, Villaggio Olimpico compreso. Un invito che però è disatteso: perché entrare nel merito, significherebbe pronunciare già un mezzo sì. Insomma, un vicolo cieco. E usare la retromarcia sarà difficile.
CENSIMENTO E RISORSE Per questo, si potrebbe pensare non solo a cambiare, ma anche ad aggiungere. Prendete il censimento che il Comitato per la candidatura illustrerà il 27 settembre. Se dico che Roma ha 2221 impianti, che li ho fotografati, radiografati, analizzati, ho fatto un’operazione meritoria. Ma se aggiungo dove, come e quando le Olimpiadi possono liberare risorse certe per ristrutturare questo patrimonio, il discorso si fa più importante. Torna quella frase di Campriani: Olimpiade soprattutto come «veicolo per portare lo sport nelle scuole».
RUN FOR 2024 Ma non siamo fuori tempo massimo? Domani, nelle 9città italiane coinvolte nella candidatura (Roma, Bari, Cagliari, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Torino e Verona), si svolgerà «Run with Roma 2024», un modo per ricordare il 10 settembre di 56 anni fa, la vittoria nella maratona olimpica di Abebe Bikila sull’Appia Antica, ma anche per promuovere la candidatura. Promuovere? O resuscitare?
La Gazzetta dello Sport – venerdì, 9 settembre 2016

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