Bebe Vio, le nuove mani programmate con la app «Posso fare i gestacci»

«Servono per la vita quotidiana e muovo ogni dito, però ora devo reimparare tutto». Claudio Arrigoni su La Gazzetta dello Sport di giovedì 9 marzo 2017.

Vietato fare gestacci. O forse no. Diciamo solo per buona educazione, perché alla fine si riesce, e bene (o male, a secondo dei punti di vista). Mani nuove, vita nuova per Bebe Vio: «Eh sì, inizialmente complicata perché devi ri, ri, ri imparare tutto, però è figo». Ed ecco il pollice verso. Fibra di carbonio e dita per schermi touch, sono ipertecnologiche: «Si programmano con una app sullo smartphone». Giuste per lei, nativa digitale.
RICARICA Sono per la vita di tutti i giorni e si aggiungono a quelle che usa per impugnare il fioretto. Lì l’arma si inserisce all’avambraccio. Quelle precedenti facevano solo il gesto di aprire e chiudere la mano. In queste si muovono tutte le dita in maniera indipendente. Ecco perché riesce a fare proprio tutto: «Erano 7 anni che non vedevo l’ora di fare qualche gestaccio… Ma lo farò di nascosto». Niente corna: «No, dai, faccio questo e sembra che siamo sulle spiagge del surf». Ed ecco che chiude le 3 dita centrali e fa sporgere pollice e mignolo nel gesto dello shaka brah, il saluto dei surfisti nato alle Hawaii.
AVANGUARDIA Sono all’avanguardia mondiale. Prodotte dalla Touch Bionics, azienda scozzese acquistata da Ossur, leader delle protesi, anche sportive, utilizzate da Bebe e da grandi campioni e sprinter dello sport paralimpico. Bebe ci dialoga attraverso lo smartphone: «Con la app insegno i movimenti alla mano. Come tenere la penna per scrivere. Gli ho detto: quando ti dò questo impulso con i muscoli dell’avambraccio, tu mi chiudi queste dita e non me le fai usare, queste altre le chiudi al 70 per cento e l’unico dito che devo muovere è il pollice». Si riesce a muovere il polso avanti e indietro: «Le dita sono morbide. Io regolo la forza. Finché non trova l’ostacolo, la mano va avanti a chiudere. Ci sono movimenti già impostati, altri che scegli tu, altri che si possono aggiungere con un chip esterno». Ha cominciato a indossarle lunedì, all’Arte Ortopedica di Budrio, uno dei suoi rifugi, e già martedì riusciva ad allacciare le scarpe, con i tecnici increduli. Bebe le ha sfoggiate per la prima volta alla presentazione come testimonial di Sorgenia (azienda di energia, per la quale sarà in tv e giornali da fine marzo) con l’invaso della protesi nero, in fibra di carbonio, in bella evidenza. Niente spazio agli estetismi che coprono, ha voluto tenere le mani con la guaina ghiaccio o nera, invece di quella color carne: «Sono un accessorio». In tinta con le scarpe. Pesano poco meno di un chilo e mezzo: come tenere in ogni braccio una bottiglia da un litro e mezzo. Bebe è attenta ai consumi: «Ho energia veramente ovunque adesso. Mi hanno dato anche un carica batterie per l’auto, meno male. Il casino è che le scarico in fretta perché faccio troppi movimenti…».

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