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Un bilancio del 23° Alpe Adria-Friendship Games: errore o fair play?

Udine, 6 febbraio 2018. Un altro Trofeo Alpe Adria è stato archiviato. Domenica 4 febbraio si è conclusa a Lignano, nel PalaBellaItalia, l’edizione numero 23 che, in questa particolare occasione, è stata associata ai Friendship Games. L’iniziativa è del Coni FVG, si concluderà l’11 novembre, data dell’armistizio del 1918 e vuole trasmettere ai giovani di oggi la consapevolezza che il sacrificio compiuto cent’anni fa dai loro coetanei rappresenta un valore da difendere ogni giorno, in prima persona. È trascorso un secolo da quando si concluse la Grande Guerra, l’Italia contò i caduti: 651mila militari, 589mila civili, il 3,5% dell’intera popolazione, l’Austria-Ungheria perse il 3%, ma tutti i paesi presenti all’Alpe Adria subirono ingenti perdite che, complessivamente, superarono i 17 milioni. Averne coscienza anche dopo cent’anni è importante per difendere una pace costantemente sfidata dagli eventi. È per questo motivo che la sala riservata agli accrediti per il Trofeo Alpe Adria è stata prontamente smantellata e trasformata in esposizione iconografica per raccontare in 30 stazioni i momenti cruciali della guerra. È per questo motivo che due figuranti vestiti da soldato italiano e soldato austro-ungarico hanno accompagnato le premiazioni e raccontato, a chi ha avuto il piacere starli ad ascoltare, storie vere ereditate da cent’anni fa. Le stesse medaglie andate al collo delle atlete e degli atleti hanno celebrato la ricorrenza con il logo dei Friendship Games, e per i più bravi che le hanno meritate c’è stato anche il privilegio di riceverle dalle mani di due campioni straordinari quali sono stati e sono, Elio Verde ed Antonio Ciano. Ed un Campione con la maiuscola è stato Salvatore Ferro, il Coach del team che poi si è aggiudicato il 23° Trofeo. Di fronte ad una valutazione ribaltata, che ha favorito il suo atleta, ha fatto davvero il possibile affinché l’errore potesse essere corretto. Non è avvenuto, ma la ‘clip’ del Maestro che sollecita i Commissari ad aggiustare l’errore, dovrebbe entrare fra le ‘slide’ da mostrare prima delle gare e dei corsi di aggiornamento. Quest’episodio però, merita una riflessione certamente banale, ma ugualmente raffinata: da una parte c’è l’errore, che suscita indignazione e dall’altra il gesto onesto e leale, che non merita troppa considerazione. Sia l’errore che il fair play, sono elementi fondamentali ed imprescindibili dell’essere umano e nello sport. Ma l’errore (soprattutto quello degli altri) si cerca anche quando non c’è, lo si valorizza con polemiche e dibattiti, si costruiscono scenari complottardi fantasiosi, fino a diventare causa stessa di altri errori, indotti onde evitare (inutilmente) noie e fastidi. Viceversa, onestà e lealtà suscitano meno interesse e ricevono una visibilità inversamente proporzionale all’errore. Di questo 23° Alpe Adria, l’azione di Salvatore Ferro si colloca indubbiamente fra le più belle di sempre e deve restare scolpita nella memoria dei nostri giovani. Anche altre le cose straordinarie in questo Alpe Adria, perché non solo semplicemente ‘ordinari’ i due medici di gara. Attenti, tempestivi, efficienti, veloci. Offrono competenza ai massimi livelli, ormai da anni rappresentano una garanzia assoluta per la gara, per i 929 atleti, per i loro genitori e tecnici. Uno è ‘primario in anestesia e rianimazione’, l’altro è ‘specialista in ortopedia e traumatologia’. Straordinario anche il gruppo gestione informatica, senza ricorrere agli aggettivi fanno testo la puntualità dell’orario di inizio e fine delle gare. Ore 19.59: ultima premiazione sabato, 16.30: fine gara domenica. Straordinario il ‘volunteers team’, costituito da mamme e papà dei nostri ragazzi di oggi e di ieri, i ragazzi stessi, anche giovani e giovanissimi. Chiunque abbia avuto il piacere di esserci, è stato fondamentale per far funzionare gara e quanto intorno alla gara ruota. Il famoso 20% che fa la differenza. Ma intorno alla gara ti capita anche la ragazza francese che si sente male, ambulanza e via, in ospedale a Udine. E poi? Per ritornare? C’è chi va e rimane con lei ed il suo coach per ritornare poi a Lignano alle 4.30 del mattino. Ed alle 7.30, ovviamente, in palestra per ricominciare. ‘Dentro’ la gara c’è un media team straordinario che produce scatti d’artista, coglie attimi di affollata intimità, cattura emozioni, riprende finali, raccoglie pensieri dei vincitori e riversa tutto e subito nella rete. Intorno alla gara c’è Ezio Gamba, che entra felpato, osserva, pesa e misura con gli occhi, segue il suo Giacomo. E se ne va. Dentro la gara ci sono gli amici di sempre, quelli che anche ‘da soli’ fanno squadra, quelli che ‘se manca la luce’ si trasformano in generatore. Dentro la gara c’è anche che sparisca una bilancia. Che ci volete fare? Capita. Prendi su le ciabatte e le metti in borsa. E magari senza renderti conto, in mezzo c’era pure una bilancia. Inutile girarci intorno, l’alternativa è sempre la stessa: errore o fair play?

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