Roma. «Si deve rivedere il decreto legge che delega al Governo la materia di ordinamento sportivo: in molte parti è sbagliato o contra legem, e colpisce la peculiarità del Friuli Venezia Giulia».Così la senatrice triestina del Pd Tatjana Rojc, intervenuta ieri mattina in commissione al Senato nel corso dell’audizione del presidente del Coni e delegato Cio Giovanni Malagò, nell’ambito della discussione del disegno di legge che prevede deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione.Rilevando che «il Coni rappresenta tutte le realtà sportive sul territorio e i presidenti e i dirigenti Coni sono persone con decenni di esperienza da dirigenti sportivi, non quindi meri esecutori», Rojc ha insistito sulla peculiare funzione del presidente regionale del Coni della Regione Friuli Venezia Giulia che «è una carica elettiva, non nominale, prevista da una specifica legge regionale. Il presidente regionale del Coni – ha aggiunto – è infatti chiamato a scegliere come distribuire i contributi per le singole manifestazioni sportive, a decidere sull’impiantistica sportiva, a organizzare insieme (non in collaborazione o per conto) alla Regione gli Stati generali dello sport, che quest’anno si svolgeranno a Gemona il 13 e il 14 settembre. Ci sono ragioni sostanziali per cui non è possibile pensare a un presidente regionale che abbia una mera funzione o delega di rappresentanza».«Anche per quanto riguarda l’autonomia delle singole federazioni sportive – ha puntualizzato la senatrice Rojc – va rivisto questo decreto, che così com’è concepito agevolerà soltanto le federazioni maggiori e più forti a discapito di quelle più piccole. Inoltre, l’introduzione dei Centri sportivi scolastici sarà a discapito delle società sportive dilettantistiche disseminate sul territorio, che sono state fino ad oggi il vero humus in cui sono cresciuti tutti i nostri campioni».
Messaggero Veneto – mercoledì, 31 luglio 2019 (pag. 11)