Il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri firmato dal premier Giuseppe Conte e dal ministro della salute Roberto Speranza nella serata di lunedì, consiste in due articoli, le «misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale» e le «disposizioni finali», quelle che stabiliscono la durata temporale delle prescrizioni che per il momento va dalla giornata di ieri al 3 aprile.
Sospeso
L’articolo 1 estende a tutto il territorio nazionale le misure già prese in Lombardia e nelle altre 14 province del Nord Italia. Il cuore della norma riguarda proprio lo sport: «Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati».
Le deroghe
C’è poi l’eccezione che riguarda le manifestazioni internazionali. È stato un punto su cui si è particolarmente battuta la Federcalcio e il suo presidente Gabriele Gravina nei contatti intrecciati nelle ore precedenti alla stesura del decreto. «Resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico». Tuttavia ci sono regole precise da rispettare: «In tutti i tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano».
La preparazione
Insieme con i limiti per la pratica sportiva e motoria all’aria aperta, lo sport per intenderci amatoriale, c’è poi la parte che consente agli atleti di vertice di allenarsi. Su questo si è cercato di mettere meglio a fuoco le figure che possono usufruire in questi giorni della deroga. Inizialmente, infatti, l’espressione «assoluti», presente nel precedente Dpcm, avrebbe potuto generare qualche equivoco. «Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali». Questo comporterà uno sforzo particolare per i gestori degli impianti frequentati dagli atleti olimpici, che chiuderanno le strutture al pubblico mantenendo però l’accesso per chi deve preparare le Olimpiadi. E non solo.
Valerio Piccioni – La Gazzetta dello Sport mercoledì 11 marzo 2020