Saranno i raggi del sole, meteo permettendo, ad accendere la fiaccola olimpica di Tokyo 2020 tra le rovine del tempio di Hera ad Olimpia, nel Peloponneso, sede dei Giochi dell’antichità. È una tradizione che si perpetua. Ma oggi, in quel luogo sacro allo sport, tutto sarà diverso dal solito. Dopo 36 anni, causa coronavirus, la cerimonia si svolgerà senza pubblico: ci sarebbero stati 10-12.000 spettatori. Prima di Los Angeles 1984 gli organizzatori protestarono contro la commercializzazione dei cinque cerchi. Non ha invece precedenti il fatto che il primo tedoforo sarà una donna, segno di parità di genere. L’onore toccherà alla 23enne tiratrice a segno Anna Korakaki, oro olimpico, mondiale ed europeo, già protagonista delle prove di ieri. Guiderà i 600 frazionisti di una staffetta che, con la tutela delle autorità sanitarie, porterà la fiaccola in 31 città, fino ad Atene, dopo 3200 km. Giovedì prossimo, poi, volerà in Giappone. «In passato – ha detto Yasuhiro Yamashita, presidente del comitato olimpico nipponico – la fiaccola ha fermato guerre. Ora spero possa fermare l’epidemia». Toshiro Muto, Ceo del comitato organizzatore di Tokyo 2020, ha invece smentito l’ipotesi di un posticipo dei Giochi di uno-due anni ventilata martedì da Haruyuki Takahashi, membro del comitato: «Le date del 24 luglio-9 agosto saranno rispettate» ha garantito. Sarà vero?
a.b. – La Gazzetta dello Sport giovedì 12 marzo 2020