Doveva essere l’anno delle Olimpiadi. Sarebbe potuto essere anche tante altre cose, questo 2020, ed anche se mancano ancora quattro mesi prima che si concluda, tutti gli atleti sono stati costretti a rivedere i progetti e rimodulare le ambizioni. L’ha dovuto fare Matteo Medves, top fra i senior, che in quest’ultimo quadriennio ha gareggiato in tre campionati d’Europa, due mondiali ed un Masters. Ma è stata costretta a rivedere i suoi piani anche Asya Tavano, che ha scalato le classifiche internazionali diventando top fra gli U18 nel 2019, conquistando il bronzo al campionato d’Europa ed il settimo posto al mondiale. In questo particolarissimo 2020, fra le altre, hanno passato la revisione anche le speranze di Laura Scano, venticinquenne udinese del Dlf Yama Arashi che, dopo il quinto posto nel campionato italiano assoluto a Torino nel 2019, ha pensato di essere pronta per quella medaglia tricolore così tanto sognata.
- Cos’hai fatto quando hai capito che questo 2020 non sarebbe stato il tuo anno?
“Quando mi sono resa conto che ‘andrà tutto bene’ era soltanto un’illusione, ho cercato di mettere in ordine le priorità e confrontarle con quello che, a quel punto, si poteva fare. E per quanto riguarda il judo, essendo impossibile praticarlo fino a poco tempo fa, ho cercato di costruire le mie giornate come se allenarmi non fosse prioritario e se non l’avessi fatto non sarebbe accaduto nulla. Ma il corpo mi ha mandato chiari segnali che mi hanno costretto a trovare il tempo per allenarmi, correre, fare yoga o andare in palestra quando era possibile ritornare a Udine”.
- Perché dici ritornare a Udine?
“Ormai gran parte dell’estate è passata, velocissima ed insolita, com’è stato più o meno tutto questo periodo, dal lock down in poi. Ma fin da subito ho cercato di essere disciplinata anche nello studio universitario, per non perdere colpi, oltre a cogliere le opportunità di lavoro che mi sono capitate a tiro, per rendere tutto più sostenibile. Ed è così che, dopo mesi da barista, in giugno ho accettato un lavoro stagionale da bagnino a Lignano. Sono stata costretta a rivedere nuovamente le priorità, ma soprattutto ad organizzare le giornate senza comfort. All’inizio, lo devo ammettere, ho sottovalutato la situazione. Ero sicura di riuscire a studiare, lavorare ed allenarmi, ma solo dopo aver riorganizzato tutto al centesimo, studiando il mattino o in pausa pranzo, allenamento la sera, anche se arrivo cotta dal lavoro, che richiede la massima attenzione”.
- E per quanto riguarda quella medaglia agli Assoluti?
“Posso farla aspettare, anche se è uno fra i sogni più ricorrenti da qualche anno a questa parte. Ritengo che il pensiero delle gare sia un privilegio che può attendere finchè l’allerta Covid rimane ancora pericolosamente presente. Ciò non toglie che non vedo l’ora di ritornare a casa, buttarmi a bomba nella normalità che verrà e vedere quale risultato otterrò con questa nuova versione di me”.
Che sarà migliore, c’è da giurarci, anche se la medaglia agli Assoluti dovesse rimanere soltanto un sogno.