Le emozioni ancora vive di… Erika
2790 foto, più di 20 video tra interviste più o meno serie, highlights e curiosità, 19 articoli.
Se dovessimo descrivere il lavoro del media team nelle ultime due edizioni del Wintercamp, i numeri da dare sarebbero questi.
Cercare di spiegare quello che c’è dietro questi numeri, non è facile a parole.
Un evento come il Winter Camp è come un parco giochi per il nostro team: carta (quasi bianca) e pennellate di creatività.
Si arriva in palazzetto presto, quando il tatami non è ancora colmo di gente, quando tutto è ancora avvolto in quell’aria semisilenziosa del mattino (forse perché anche i judoka del primo turno devono ancora svegliarsi bene).
Ognuno prende la sua postazione: c’è chi posa il proprio PC e inizia a studiare la comunicazione giornaliera, chi ha carta e penna in mano pronto a raccogliere interviste in giro, chi mette bene in ordine la propria attrezzatura fotografica e chi fa lo stesso, ma con il suo caos creativo.
Da qui comincia tutto. Un piccolo briefing per confrontarsi sul piano di attacco della giornata e poi si parte. Si corre sul tatami a raccogliere i sorrisi delle persone, si osserva per trovare quella scintilla da raccontare.
Nascono idee, l’aria è frizzante e tutto il team è in fermento. Ognuno ha il suo compito: è come essere parte di un unico meccanismo, di cui ognuno di noi è un ingranaggio, senza il quale la macchina non funziona bene.
Ecco che allora è un attimo che si va a pescare una personalità interessante per fargli una video intervista (e anche se è straniero che ci importa, noi abbiamo la traduttrice!), mentre nel frattempo c’è qualcun altro che scatta foto sulla materassina e qualcun altro ancora che raccoglie i commenti dei partecipanti.
Si torna alle postazioni, si edita, si monta, si scrive. Tutto viene pubblicato in giornata.
Si arriva a sera stanchi, ma col sorriso. Come quando si è arrivati, il palazzetto torna ad essere vuoto, silenzioso, mentre nell’animo riecheggiano ancora le emozioni di giornata. Il media team è l’ultimo a lasciare la postazione, ma non è una cosa che pesa (visto che spesso comunque ci si porta il lavoro anche in camera) perché lo spirito che ci anima è l’essere squadra, la passione con cui si lavora, ma soprattutto il vedere gli occhi delle persone brillare nel riconoscersi in una foto, in un video, nelle parole.
E non avete la minima idea di quanto ci manchi tutto quel brillare.
(Erika Zucchiatti)