È trascorso poco meno di un anno da quando Matteo Medves disputò il suo ultimo incontro valido per la qualificazione all’Olimpiade a Tokyo. Poi arrivò la pandemia, che cancellò gare e calendari e per il campione udinese fu il segnale per fare il salto nella categoria superiore. E quindi, il World Judo Masters (riservato ai migliori 32 della classifica mondiale) che è stato disputato la settimana scorsa a Doha, Matteo Medves lo ha seguito da semplice spettatore.
“Sì, ho seguito la gara – ha detto il campione udinese – ed i risultati dei 66 kg non mi hanno stupito. Mi è dispiaciuto per Manuel (Lombardo, ndr), ma Vieru è avversario che mette in difficoltà chiunque. Gli incontri dei 73 kg invece li ho trovati belli e divertenti, ma li ho seguiti con distacco, non mi sono ancora calato nella parte”.
– Il tuo passaggio ai 73 kg quindi, è ancora virtuale?
“Non si deve vedere solo il lato negativo delle cose, e per me questo periodo particolare e strano è diventato un’opportunità per lavorare sulla massa, lasciando un po’ da parte il judo ed il contatto con l’avversario. Anche perché di questi tempi fare gli allenamenti specifici è molto difficile. Non ho potuto ancora sperimentare in concreto questo cambio di categoria, non è stato possibile gareggiare, non ho messo le mani addosso né ho sentito il peso di quelle degli avversari, ma rimango fiducioso in quello che sto facendo”.
-Ad oggi sei ancora 38° nella classifica mondiale dei 66 kg, non hai nostalgia della vita da judoka-top level?
“Effettivamente la vita frenetica del judoka di punta è molto stressante, questa pausa mi ha rigenerato e mi auguro per tutti che si possa ripartire al più presto. Ovviamente punto alle prossime Olimpiadi! Ma altrettanto ovviamente sarò al livello e se il fisico me lo consentirà!”.