È stato un weekend sicuramente positivo per gli atleti Yama Arashi, impegnati a Lignano per le Finali Nazionali Seniores.
Grande protagonista nella giornata di sabato è stato Matteo Pribaz, triestino classe ’98, che ha conquistato una meritatissima medaglia di bronzo nei 60kg al termine di una lunga e faticosa “battaglia”.
Un risultato cercato con tanta perseveranza e determinazione da Matteo, che in questi anni non si è mai dato per vinto e ha lavorato sodo, un terzo posto davvero meritato in una giornata praticamente perfetta in cui è riuscito ad esprimersi al suo massimo come forse mai prima.
Dopo aver vinto i primi due incontri rispettivamente per wazari contro Mazzetti (Marassi Judo) e per doppio wazari contro Del Re (Akiyama), Matteo è stato sconfitto in semifinale contro il plurimedagliato italiano e poi vincitore di categoria Lanzafame (Titania Judo) ma si è poi rifatto nella finale 3-5°, vinta per un wazari marcato contro Perini (X2 Spoleto SSD).
“Sono felice! Questo è il risultato più importante della mia carriera agonistica e ci tenevo tantissimo a conquistarlo! – è stato il suo commento – Ringrazio mia sorella Samantha, che è psicologa sportiva, e che mi ha aiutato a visualizzare la gara in un modo inedito, eliminando quei momenti di tensione eccessiva che mi avevano sempre impedito di concentrarmi e gestire la gara come volevo. Ecco, oggi ho combattuto come desideravo e sono riuscito a esprimermi al massimo. Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto”.
“Penso che una gara così poteva farla solo lui: un mix tra genialità, imprevedibilità e un pizzico di follia. – gli fa eco coach Francesco Segatti – Non combatteva da novembre 2019: due settimane fa era fuori dalla lista dei qualificati, meno di 10 giorni fa apprendiamo che era ammesso. Le sue richieste per la gara sono state: “non dirmi niente, con chi sono, se è destro, sinistro, forte o no. Avvisami per tempo se sono bianco o blu e non dirmi altro. Io mi isolo con la mia musica techno”. Eseguo. Lui si scalda bene e poi attendendo i sorteggi disegna… fa un dipinto…un veliero! Poi cuffie e musica techno. I primi due incontri sono stati molto impegnativi perché non erano facili, ha combattuto con gente forte ma Matteo ha trovato la chiave per rimanere lucido e risolverli: sumi gaeshi vincenti. Semifinale con Lanzafame impostata bene ma mi ha riferito di averlo sofferto molto fisicamente. Matteo poi si rituffa nella techno e la finale 3-5 è stata un capolavoro di lucidità e tempismo su destro sinistro fa seoi a sinistra wazari e poi ippon si koshi guruma. Grande Matteo una grande maturità e una grande serenità psicologica grazie anche al lavoro svolto con la sorella che è psicologia sportiva. Nulla da aggiungere, solo i miei complimenti!”
Ha mancato invece di un soffio la gioia del podio Laura Scano, che oggi, nella giornata dedicata alle donne, si è purtroppo dovuta accontentare del 5° posto finale. Un risultato che va davvero stretto all’atleta seguita in sedia da coach Raffaele Niedda, che ancora una volta ha dimostrato di poter essere tra le protagoniste nella categoria dei 63kg ma che proprio sul più bello non è riuscita a trovare il guizzo giusto per concludere gli ultimi due incontri a suo favore.
Dopo la vittoria iniziare contro la torinese Trespine (Kumiai) maturata per ippon di strangolamento, Laura ha superato la laziale Dalla Corte (Dojo Equipe Bologna) al termine di un incontro “infinito” terminato dopo 5 minuti di golden score grazie ad un bel wazari. In semifinale si è trovata contrapposta alla torinese Luciano (Akiyama Settimo), alla quale sono bastati una ventina di secondi per sorprendere l’udinese con un ippon di maki komi. Nella finale 3-5° posto Laura è stata fermata ancora una volta da un’atleta della società di Pierangelo Toniolo, la veneta Righetti, che è riuscita a far prevalere la sua esperienza ed ha marcato anche lei ippon.
“È un quinto posto che poteva essere tranquillamente un terzo posto – è stato il commento di un dispiaciuto coach Raffaele al termine della gara – La prolungata assenza dalle gare l’ha portata a fare un primo incontro con un ritmo un po’ più lento di quello previsto ma la vittoria è arrivata comunque. Il secondo incontro è stato gestito abbastanza bene, ci sono state un paio di situazioni di pericolo ma comunque l’abbiamo portato a casa. Nella semifinale obiettivamente è stata sorpresa dalla foga e dall’aggressività dell’avversaria, non siamo stati capaci di gestirli. È stato un attacco improvviso, immediato, siamo rimasti nel suo mirino senza spostarci e abbiamo accusato il colpo. Nell’ultimo incontro, molto ostico, non siamo riusciti ad anticipare le prese e siamo stati un po’ fermi, abbiamo avuto troppa fiducia nella posizione quando potevamo trovare situazioni obbiettivamente più facili che avrebbero portato alla vittoria. Laura è sicuramente da medaglia a questo livello, però potenzialmente può fare moltissimo, tecnicamente è superiore al 90% delle sue avversarie ma c’è un “blocco” che è da risolvere. Secondo me può dare tantissimo, speriamo nelle prossime gare”