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Il Mondiale U18 in Perù con gli occhi di Giancarlo Pizzinato

Fra poche ore i campionati del mondo cadetti a Lima abbasseranno la saracinesca al termine di una gara a squadre miste che assegnerà il titolo mondiale ad una delle sei squadre iscritte. La squadra azzurra invece, ha lasciato il Perù dopo la terza delle quattro giornate individuali ed i tecnici non hanno fatto a tempo a stilare il report della terza giornata né il bilancio complessivo dell’impegnativa trasferta.

Un commento indubbiamente interessante però, l’abbiamo ricevuto da Giancarlo Pizzinato, maestro di judo e co-fondatore dello Skorpion Pordenone che, ormai da anni, vive e lavora in Messico e ha approfittato per andare a Lima con la famiglia e vedere le gare, alcuni vecchi amici ed anche alcuni ex-allievi.

Queste le osservazioni-considerazioni di Giancarlo Pizzinato, che salutiamo e ringraziamo con affetto.

“Alcune delle mie impressioni personali su questi campionati del mondo cadetti a Lima. Ho seguito gli 81 kg, bellissima gara, molto equilibrata e direi che hanno prevalso i brevilinei sui longilinei, in quanto la distinzione è stata abbastanza evidente e ha diviso praticamente a metà le due tipologie fisiche. Forse per un rapporto peso-potenza diverso hanno comunque prevalso i primi sui secondi.

Una nota che ho raccolto, parlando con i diversi italiani presenti, è che il movimento dei cadetti è in mano a se stesso, non c’è programmazione, vengono selezionati con un metodo rigido, chi fa questo va e chi non fa questo non va, li hanno portati con i soldi loro e con i soldi degli altri, non li hanno mai allenati insieme… li lasciano molto al club ed a se stessi.

Anche qui ho notato tanti figli d’arte, Carta, Copat, Sorelli, Capezzuto… sembra che se non hai un padre in casa che si occupa di judo non puoi neanche permetterti di fare un percorso che poi ti porti agli alti livelli.

Poi va detto che la manifestazione è stata organizzata malissimo, ti chiedono 20 dollari e non ti danno nemmeno un posto dove sedere decentemente, non c’era nemmeno un bar, venivi invitato a non uscire perché la zona era insicura, non c’erano parcheggi se arrivavi in macchina… tutto così, fatto con grande approssimazione.

Ovviamente la gestione della gara è stata impeccabile, ma non è stata certo in mano loro. Poi è stato bellissimo rivedere e ricordare con gli amici, anche Elisabetta sempre carina e gentile. Per me poi basta così, perché per le categorie più pesanti non mi fermo, anche perché tutti gli italiani sono andati via e la gara a squadre sarà una miseria.

Comunque, c’è ancora un dettaglio: il sistema di applicare le teste di serie quando la metà degli atleti non partecipano al circuito e si fanno vedere solo qui, crea degli sbilanciamenti molto evidenti nei sorteggi.

Ad esempio, gli 81 kg, categoria che ho seguito per intero e ha proposto un incontro più bello dell’altro, tutti i più bravi si sono trovati nella stessa pool e dall’altra parte addirittura una cintura verde, una cintura marrone, per cui uno saltava un turno poi incontrava la verde, poi la marrone ed era già in finale di pool.

Dall’altra parte invece, fin dal primo incontro si sono massacrati. Però begli incontri davvero. Adesso andiamo in aeroporto a cercare un volo per il Machu Pichu e poi ti mando una foto da quei posti là. Lima invece è una città brutta e caotica, 12 milioni di abitanti, inquinamento alle stelle… adesso andiamo a vedere la natura che è l’unica cosa che ha un senso qui in Perù e ci facciamo la nostra vacanzetta”.

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