2014 09 22 Kelmendi 51

Majlinda e Driton, sembra un sogno ma è realtà

Udine, 23 settembre 2014. Majlinda Kelmendi ed il coach Driton Kuka sono arrivati puntuali. In perfetto orario per l’allenamento iniziato alle 19.30. Quindici minuti prima Driton e Majlinda hanno fatto la rampa di scale che porta alla palestra con la borsa sulla spalla, senza aver mai chiesto prima dove fosse la palestra, nè lamentare difficoltà per il parcheggio. Sorridenti e cordiali come degli amici di lunga data hanno salutato, scambiato gentilmente tutti quei convenevoli che da tanto girare il mondo sono abituati e hanno indossato i judogi negli spogliatoi assieme ai ragazzi. Saliti sul tatami, Majlinda si è seduta da un lato ad allungarsi (tutte le ragazze hanno fatto crocchio spontaneamente dalla parte opposta della palestra) mentre Driton ha conversato senza riserve, rispondendo anche sulle curiosità che il fenomeno del Judo Kossovo continua a suscitare. Al saluto Majlinda si è messa in fila con gli atleti, senza badare a gerarchie o gradi di cintura, in mezzo alla fila con quella spontaneità che ha tutto il sapore del rispetto. Precisa ed attenta nel riscaldamento e poi nella lotta a terra, sempre a partire per prima, ad accettare gli inviti, a lottare con lucida efficacia senza traccia di esibizionismo. Così come in tachi waza, disponibile a proporre alcune sue caratteristiche con chiarezza e pulizia, sintonizzata con le sottolineature che Driton ha portato qua e là, opportuno e gradevole. E poi i randori, tutti con le ragazze, qualcuno con i ragazzi che l’hanno invitata, sempre rapida, armoniosa, felina, mani come tenaglie e kumi kata speciale, mai fine a se stesso. E se capitava di cadere, cadeva, si rialzava e ripartiva senza sorrisetti, né smorfie, perché a far judo si cade. È normale. Ciò che conta davvero è far cadere. Tutto qua! Quindi qualche minuto di allungamento, saluto, ringraziamenti, foto di gruppo, con i singoli, sempre ad accentare ogni richiesta con il sorriso. Declinato con garbo l’invito a cena (“c’è un po’ di strada da fare per rientrare in albergo a Venezia”), Driton e Majlinda se ne sono andati dopo una doccia veloce, borsa in spalla, ringraziando e salutando tutti con un sorriso aperto. Sembra tutto un sogno, ma è realtà.

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